Cucina Italiana Riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO
Modificato da: Olga Samsonova
La tradizione culinaria italiana, fondata sui principi di sostenibilità e diversità bioculturale, è stata ufficialmente iscritta nell'elenco del Patrimonio Culturale Immateriale dell'UNESCO. La ratifica è avvenuta per decisione unanime del Comitato Intergovernativo, durante la sua XX sessione tenutasi a Nuova Delhi, in India, il 10 dicembre 2025. Questo riconoscimento rende l'Italia il primo Paese al mondo a vedersi tutelare l'intera cucina nazionale, celebrando l'insieme delle pratiche sociali, dei riti e della gestualità legati al cibo, piuttosto che singole ricette.
L'UNESCO ha motivato la scelta evidenziando come l'arte culinaria italiana favorisca l'inclusione sociale, promuovendo il benessere e offrendo un canale di apprendimento permanente tra le generazioni, rafforzando i legami comunitari e il senso di appartenenza. Il dossier di candidatura, intitolato “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”, è stato curato dal professor Pier Luigi Petrillo, docente della Luiss e già autore di altre candidature UNESCO di successo come la Dieta Mediterranea.
Il traguardo è il coronamento di un percorso iniziato con la presentazione ufficiale della candidatura da parte del Governo italiano nel marzo 2023, promossa dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. A promuovere l'iniziativa sono state tre comunità promotrici fondamentali: la Fondazione Casa Artusi di Forlimpopoli, l'Accademia Italiana della Cucina e la rivista “La Cucina Italiana”. Questa designazione pone in risalto l'operato di figure chiave come i "cuochi contadini", espressione della tradizione gastronomica rurale e custodi dei saperi locali, in particolare in regioni come la Calabria.
Le istituzioni italiane considerano questo status una convalida globale di un modello culturale distintivo e un asset strategico per l'economia nazionale. Il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, presente alla riunione, ha sottolineato che il successo è frutto di un forte gioco di squadra tra istituzioni, chef e produttori. L'impatto economico della tavola italiana è quantificato in un valore complessivo di 251 miliardi di euro a livello mondiale, secondo l'analisi del Foodservice Market Monitor 2025 curata da Deloitte. Questo valore ha mostrato una crescita del 4,5% su base annua, rappresentando il 19% del mercato globale dei ristoranti con servizio al tavolo. La domanda estera è trainante, con gli Stati Uniti e la Cina che da soli assorbono oltre il 65% dei consumi globali di cucina tricolore.
Per valorizzare il patrimonio riconosciuto, sono state annunciate iniziative istituzionali mirate. È stata istituita l'Accademia Italiana della Cucina e del Vino Cultura, focalizzata sulla formazione professionale. Parallelamente, è stato annunciato l'Osservatorio Internazionale sulla Cucina Italiana e il Buon Gusto, promosso dalla Fondazione Casa Artusi, con il compito di monitorare i valori identitari della cucina e affrontare sfide come l'efficienza delle risorse e i modelli di consumo. Il riconoscimento è altresì visto come uno strumento di tutela contro le imitazioni, dato che oltre il 53% degli italiani all'estero incontra prodotti contraffatti. L'export agroalimentare italiano ha toccato i 68 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del settore nei primi otto mesi del 2025 attestata al 6%. Coldiretti ha evidenziato che il 94% degli italiani percepisce questo status come un'opportunità di sviluppo concreto per l'economia nazionale.
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Fonti
ReggioTV Canale 14
LaPresse
Fanpage
Unesco Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco
Ambasciata d'Italia Abuja
Food Affairs
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