Oli Microbici: Sviluppi nell'Alternativa Sostenibile all'Olio di Palma
Modificato da: Olga Samsonova
La crescente dipendenza globale dall'olio di palma, risorsa fondamentale ma storicamente associata a deforestazione e perdita di biodiversità in regioni come Malesia e Indonesia, sta guidando un'intensa attività di ricerca verso alternative biotecnologiche sostenibili. Gli oli microbici, prodotti tramite processi che impiegano lieviti o microalghe, stanno emergendo come candidati con proprietà versatili capaci di eguagliare i grassi di palma specializzati. Queste soluzioni di nuova generazione promettono un impatto ambientale notevolmente ridotto, con stime che indicano una potenziale diminuzione delle emissioni di CO2 fino al 95% e un uso del suolo significativamente inferiore rispetto alle colture tradizionali.
Nel panorama della ricerca, il lievito Metschnikowia pulcherrima, già noto nell'industria vinicola, è oggetto di ottimizzazione per la produzione di oli adatti al settore cosmetico, con prospettive di applicazioni alimentari in futuro. Ricercatori hanno adattato questo lievito, attraverso tecniche come l'evoluzione diretta non OGM, per produrre oli con un contenuto di grassi fino al 50%, utilizzando come substrato scarti dell'industria alimentare, come pane o patate, favorendo così un'economia circolare.
Parallelamente, l'innovazione procede a livello industriale. La startup olandese NoPalm Ingredients, fondata nel 2021 a Wageningen, sta implementando un impianto dimostrativo nei Paesi Bassi, presso il campus di innovazione alimentare di NIZO Food Research a Ede. Questa struttura, la cui produzione è prevista per la seconda metà del 2026, utilizzerà lieviti non OGM per convertire flussi secondari agricoli in oli di lievito 'drop-in', mirando a una capacità che aumenterà nel tempo fino a 1.200 tonnellate all'anno. L'obiettivo di questo impianto è convalidare l'affidabilità operativa continua dei processi integrati—fermentazione, essiccazione ed estrazione—sotto un unico tetto, riducendo i rischi prima della costruzione di uno stabilimento commerciale completo. L'azienda mira a ridurre l'uso del suolo del 99% e le emissioni di carbonio del 90% rispetto all'olio di palma convenzionale.
Un altro attore significativo è la californiana Checkerspot, che ha sviluppato un'alternativa all'olio di palma derivata interamente dalla fermentazione della microalga Prototheca moriformis, senza ricorrere all'ingegneria genetica. Questa tecnologia ha dimostrato di poter eguagliare il profilo di acidi grassi dell'olio di palma ad alto contenuto oleico, con oltre il 55% di acido oleico e il 32% di acido palmitico, come documentato in uno studio sulla rivista Fermentation. Il processo ha raggiunto titoli di olio fino a 145 grammi per litro, con un contenuto di olio che costituisce circa il 70% del peso secco della cellula. Scott Franklin, co-fondatore e direttore scientifico di Checkerspot, ha evidenziato come questa innovazione affronti le vulnerabilità della catena di approvvigionamento dei grassi tropicali, offrendo un'alternativa prodotta a livello nazionale.
Le sfide principali per l'adozione su larga scala di queste alternative risiedono nella competizione con l'efficienza di volume e il costo contenuto del mercato consolidato dell'olio di palma. Tuttavia, l'innovazione continua, con aziende come Checkerspot che collaborano con partner come AAK e Mara Renewables, dimostrando la versatilità della piattaforma biotecnologica per fornire soluzioni ad alte prestazioni in settori che spaziano dall'alimentare ai materiali industriali.
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Fonti
just-food.com
NoPalm Ingredients and NIZO plan demo-scale yeast oil factory in the Netherlands
Yeast-Derived Palm Oil Alternative: a disruption to watch out Cosmetics
Fermentation-based palm oil maker NoPalm graduates to demo scale - Biofuels Digest
Fermentation-based palm oil maker NoPalm graduates to demo scale - Biofuels Digest
Palm Oil Relatively More Sustainable 2025 - PASPI
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