Resilienza delle Megattere: Flessibilità Dietetica Sostiene la Ripresa Demografica
Modificato da: Olga Samsonova
Il recupero delle popolazioni di megattere costituisce una delle narrazioni più positive nel campo della conservazione marina, un successo attribuito in parte alla notevole flessibilità biologica di questa specie. La ricercatrice Olga Filatova, affiliata all'Università della Danimarca Meridionale, ha registrato un marcato incremento degli avvistamenti nelle sue aree di studio, dove ora sono quasi quotidiani, in netto contrasto con la loro precedente scarsità. Le stime globali prudenti collocano la popolazione attuale di megattere attorno agli 80.000 esemplari, un dato significativo se confrontato con il minimo storico di soli 10.000 individui. Questa risalita demografica è in gran parte una conseguenza diretta della moratoria internazionale sulla caccia commerciale alle balene, imposta dalla Commissione Baleniera Internazionale (CBI) nel 1986.
Un fattore determinante per questa resilienza è la marcata plasticità comportamentale delle megattere, in particolare riguardo alle loro abitudini alimentari. Studi condotti da Filatova e colleghi nello Stretto di Senyavin, in Russia, hanno documentato episodi di rapido adattamento dietetico, con i cetacei che passavano dalla predazione del merluzzo polare al krill in risposta alla diminuzione della fonte primaria di cibo. Questa capacità di modificare il regime alimentare in base alla disponibilità locale delle prede è considerata un elemento cruciale per il loro successo evolutivo, come analizzato sulla rivista Marine Mammal Science.
Le megattere sono note per l'impiego di tecniche di caccia ingegnose e a basso dispendio energetico, tra cui spicca il "trap feeding" o alimentazione a trappola. Questa strategia sofisticata prevede che le balene rimangano immobili in superficie con la bocca aperta, attirando i pesci che, percependo un rifugio sicuro dai predatori, vi entrano volontariamente. Le prime descrizioni dettagliate di questa tattica risalgono agli anni tra il 2017 e il 2018, e la tecnica può coinvolgere gruppi coordinati fino a 20 esemplari, spesso guidati da individui più anziani ed esperti.
Nonostante il quadro positivo generale, la dottoressa Filatova, che ha dedicato oltre 15 anni allo studio dei cetacei nel Pacifico russo, mantiene un approccio cauto riguardo al futuro di specie più strettamente legate all'Artico, come la balena della Groenlandia e il narvalo, che affrontano minacce ambientali crescenti. Parallelamente, lo scioglimento dei ghiacci sta aprendo nuovi potenziali habitat artici per le megattere, un fattore che potrebbe espandere ulteriormente il loro areale di foraggiamento. Sebbene la moratoria del 1986 sia tecnicamente ancora in vigore, essa ha visto tentativi di elusione da parte di nazioni come il Giappone, che ha utilizzato la caccia per scopi scientifici, e l'Islanda e la Norvegia, che hanno continuato le attività di pesca. Nel contempo, l'osservazione delle balene si è affermata come alternativa economica sostenibile alla caccia commerciale, coinvolgendo migliaia di turisti in attività di ecoturismo.
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Fonti
Eurasia Review
EurekAlert!
Syddansk Universitet
Warp News
The Pew Charitable Trusts
University of Southern Denmark
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