Sentenza Corte d'Appello: Tariffe "Liberation Day" Illegali, ma Restano in Vigore in Attesa della Cassazione

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La Corte d'Appello federale per il Circuito Federale ha emesso una sentenza che dichiara illegale una parte significativa delle politiche commerciali dell'ex Presidente Donald Trump, in particolare le tariffe "Liberation Day". In una decisione di 7-4 del 29 agosto 2025, la corte ha confermato la precedente sentenza di un tribunale inferiore, stabilendo che l'ex Presidente aveva ecceduto la sua autorità esecutiva impiegando l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) per l'implementazione diffusa di tariffe senza un'esplicita autorizzazione del Congresso.

Queste tariffe, introdotte inizialmente il 2 aprile 2025, comprendevano un dazio di base del 10% su un'ampia gamma di importazioni, oltre a tariffe più elevate specifiche per paese. L'amministrazione aveva giustificato tali misure come risposte a emergenze nazionali legate ai deficit commerciali. Nonostante la sentenza della corte d'appello, le tariffe rimangono attualmente in vigore. La corte ha concesso una sospensione della sua decisione fino al 14 ottobre 2025, consentendo all'amministrazione di richiedere una revisione alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Questo sviluppo legale segna un momento critico nel dibattito in corso sull'autorità esecutiva nel plasmare la politica commerciale, potenzialmente portando a una lunga battaglia legale. L'impegno dell'amministrazione nel suo programma economico, un segno distintivo della presidenza Trump, è evidente nella sua ricerca di un appello.

Le tariffe "Liberation Day", alcune delle quali raggiungono il 50%, sono state emanate con l'obiettivo dichiarato di correggere quelle che venivano percepite come pratiche commerciali sleali e ridurre i deficit commerciali della nazione. Tuttavia, queste misure hanno affrontato un'opposizione immediata da parte di varie imprese e stati, che hanno contestato l'autorità del Presidente ai sensi dell'IEEPA. La Corte di Commercio Internazionale degli Stati Uniti aveva precedentemente stabilito il 28 maggio 2025 che Trump aveva ecceduto il suo mandato, portando a una sospensione temporanea delle tariffe prima dell'appello dell'amministrazione. È degno di nota che l'IEEPA, tipicamente utilizzato per le sanzioni economiche, non era stato precedentemente invocato da un Presidente per l'imposizione di tariffe.

L'opinione della maggioranza della corte d'appello ha sottolineato che la legislazione non concede esplicitamente al Presidente il potere di imporre tariffe, caratterizzando tale autorità come una prerogativa fondamentale del Congresso. Questa interpretazione suggerisce che future azioni tariffarie ampie da parte del ramo esecutivo potrebbero richiedere un'autorizzazione legislativa più diretta. La determinazione dell'amministrazione a portare il caso davanti alla Corte Suprema sottolinea il potenziale per una prolungata battaglia legale, il cui esito potrebbe influenzare significativamente la futura direzione della politica commerciale degli Stati Uniti e l'equilibrio di potere tra i rami esecutivo e legislativo. Nel frattempo, le tariffe continuano a influenzare le dinamiche del commercio globale e le industrie domestiche, favorendo un ambiente di incertezza persistente per le imprese impegnate nel commercio internazionale.

In un contesto separato ma correlato, l'ex Presidente Trump ha continuato a esprimere forti critiche nei confronti del filantropo miliardario George Soros. Trump ha ripetutamente affermato, senza fornire prove concrete, che Soros e le sue Open Society Foundations sono dietro "proteste violente" e sforzi per destabilizzare il paese, sostenendo l'avvio di azioni penali nei loro confronti. Queste affermazioni, spesso amplificate dai media conservatori e da figure politiche, sono state costantemente negate dalle organizzazioni di Soros, che mantengono la loro missione di promuovere i diritti umani, la giustizia e i principi democratici. Le continue accuse contro Soros, frequentemente utilizzate nel discorso politico, esemplificano una strategia più ampia di inquadrare l'opposizione e plasmare la percezione pubblica, una tattica che è diventata sempre più prevalente nell'arena politica contemporanea.

Le implicazioni economiche di queste tariffe sono considerevoli. Uno studio della Tax Foundation sulle tariffe sull'acciaio imposte dall'amministrazione di George W. Bush nel 2002 ha indicato un aumento dei prezzi per i consumatori e una riduzione della domanda, con conseguente perdita di posti di lavoro nelle industrie dipendenti. Quando i costi di input aumentano a causa delle tariffe, i produttori nazionali devono aumentare i loro prezzi per mantenere i margini di profitto, potenzialmente riducendo le esportazioni. Si consiglia alle imprese di diversificare le catene di approvvigionamento per mitigare gli aumenti dei costi e migliorare l'efficienza, trasferendo i costi ai clienti ove necessario. L'incertezza legale che circonda queste tariffe significa che le imprese potrebbero esitare a fare investimenti significativi e a lungo termine nella riconfigurazione delle catene di approvvigionamento fino a quando non sarà definito l'esito finale. La decisione della Corte Suprema sarà fondamentale per chiarire l'autorità del ramo esecutivo in materia di commercio, portando potenzialmente a politiche commerciali più stabili e a lungo termine.

Fonti

  • Democratic Underground

  • US still working on trade deals despite court ruling, USTR says

  • Donald Trump's tariffs ruled illegal by US appeals court but stay in place

  • V.O.S. Selections, Inc. v. Trump

  • Liberation Day tariffs

  • Court finds Trump's tariffs an illegal use of emergency power, but leaves them in place for now

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