Kmart Sotto la Lente Legale per le Pratiche della Catena di Fornitura
Modificato da: Katerina S.
La catena di vendita al dettaglio australiana Kmart si trova al centro di un'azione legale intrapresa dall'Australian Uyghur Tangritagh Women's Association (AUTWA). L'associazione ha avviato procedimenti presso la Corte Federale, chiedendo una maggiore trasparenza riguardo alle catene di fornitura di Kmart e alle loro potenziali connessioni con il lavoro forzato nella regione cinese dello Xinjiang. L'obiettivo è ottenere documenti che possano chiarire se i fornitori di abbigliamento di Kmart siano coinvolti nello sfruttamento dei lavoratori uiguri.
Le accuse sollevate dall'AUTWA puntano a presunti legami tra almeno due fornitori di abbigliamento di Kmart e le pratiche di lavoro forzato nello Xinjiang, una regione per la quale esistono ampie documentazioni di violazioni sistematiche dei diritti umani, inclusi il lavoro forzato, perpetrate con il sostegno del governo cinese. Si stima che oltre un milione di uiguri e altre minoranze musulmane siano stati sottoposti a queste condizioni, un'ombra che si estende su molte catene di approvvigionamento globali.
Kmart ha pubblicamente respinto queste affermazioni, sottolineando il proprio impegno verso un Programma di Approvvigionamento Etico (Ethical Sourcing Program) in vigore da oltre 15 anni. L'azienda dichiara di condurre un monitoraggio regolare attraverso visite in loco e audit, e di essere stata la prima rivenditrice australiana a divulgare pubblicamente la propria lista di fabbriche per garantire trasparenza. Tuttavia, l'azione legale evidenzia la difficoltà nell'ottenere informazioni dirette sui fornitori, suggerendo che le attuali leggi a tutela dei consumatori in Australia potrebbero essere inadeguate per garantire tale trasparenza.
Il caso mette in luce le lacune percepite nel quadro normativo australiano in materia di schiavitù moderna. A differenza di giurisdizioni come gli Stati Uniti e l'Unione Europea, l'Australia non vieta l'importazione di beni legati al lavoro forzato né impone obblighi di due diligence attiva alle aziende, limitandosi a richiedere la rendicontazione dei rischi. Esperti legali e organizzazioni per i diritti umani sottolineano come questa legislazione, basata sulla trasparenza, possa non essere sufficiente a garantire un reale contrasto allo sfruttamento. Molti rapporti indicano che una percentuale significativa di aziende non identifica i rischi più evidenti nelle proprie catene di fornitura, adottando un approccio più formale che sostanziale.
Questa controversia legale rappresenta un momento cruciale per la responsabilità d'impresa in Australia. L'esito del procedimento potrebbe non solo influenzare future azioni legali contro altri rivenditori, ma anche stimolare un dibattito più ampio sulla necessità di rafforzare le normative per garantire pratiche di approvvigionamento etiche e responsabili. La situazione invita a una riflessione collettiva sull'importanza di una maggiore consapevolezza e di un impegno concreto per costruire catene di fornitura che rispettino pienamente i diritti umani, promuovendo un commercio più equo e trasparente a livello globale.
L'Australian Uyghur Tangritagh Women's Association (AUTWA) ha presentato una causa presso la Corte Federale contro Kmart, con l'obiettivo di ottenere documenti che verifichino se l'azienda abbia condotto pratiche commerciali ingannevoli riguardo all'uso di lavoro forzato nelle sue catene di approvvigionamento. L'AUTWA nutre preoccupazioni riguardo a presunti legami tra almeno due fornitori di abbigliamento di Kmart e il lavoro forzato nella regione dello Xinjiang. Kmart ha negato tali accuse, affermando di disporre di un Programma di Approvvigionamento Etico da oltre 15 anni, che include audit e visite in loco per mitigare i rischi di schiavitù moderna. L'azione legale mira a confermare l'efficacia di tali affermazioni e a valutare se le dichiarazioni pubbliche di Kmart sull'approvvigionamento etico siano fuorvianti ai sensi della legge australiana sui consumatori.
Il caso è considerato un banco di prova per le dichiarazioni di Kmart in materia di approvvigionamento etico e potrebbe avere implicazioni più ampie per il settore della vendita al dettaglio in Australia. Solleva inoltre interrogativi sulle presunte debolezze della Legge australiana sulla Schiavitù Moderna, che si concentra principalmente sulla rendicontazione piuttosto che sull'obbligo di agire contro i rischi di schiavitù moderna. L'approccio australiano, incentrato sulla trasparenza, potrebbe non essere sufficiente a contrastare efficacemente lo sfruttamento, secondo gli esperti.
L'azione legale avviata dall'AUTWA è vista come un passo significativo per responsabilizzare i rivenditori australiani riguardo alle pratiche delle loro catene di approvvigionamento e potrebbe portare a una revisione della legislazione esistente per garantire maggiore trasparenza e condotta etica nel settore.
Fonti
FashionUnited
Australian Uyghurs file legal action to determine whether Kmart engaged in misleading conduct about use of forced labour in its supply chains
Kmart denies sourcing any products from factories linked to forced labour in China
Legal action against Kmart highlights fundamental issues in Australia's response to forced labour
Kmart dragged into landmark legal case over alleged links to Uyghur forced labor in China
Temporary migrant workers in Australia facing 'disturbing' patterns of exploitation from some employers, UN official says
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