Siria: Un Anno dalla Caduta di Assad tra Rientro di Rifugiati e Tensioni Settarie
Modificato da: Tatyana Hurynovich
Il panorama siriano celebra l'8 dicembre 2025 il primo anniversario della caduta della dinastia al-Assad, evento che ha posto fine a quattordici anni di guerra civile iniziata nel 2011. Le celebrazioni, che hanno incluso parate militari e civili a Damasco, presso la Moschea degli Omayyadi, e ad Aleppo, segnano un momento cruciale per il Governo Transitorio Siriano, insediatosi formalmente il 29 marzo 2025.
L'ex leader Bashar al-Assad è attualmente in esilio a Mosca, dopo essere stato prelevato dalle forze russe la sera dell'8 dicembre 2024. L'offensiva che ha determinato il collasso del regime è stata guidata da Hayat Tahrir al-Sham (HTS), culminata con la rapida conquista di Aleppo, Hama, Homs e, infine, della capitale, Damasco. Il 29 gennaio 2025, Ahmed al-Sharaa, ex comandante di HTS, è stato nominato Presidente ad interim, con il mandato di guidare la nazione durante una transizione prevista fino a cinque anni prima di nuove elezioni. Al-Sharaa ha ribadito l'impegno a ricostruire una "Siria forte e giusta", messaggio espresso anche durante la recitazione delle preghiere dell'alba nella Moschea degli Omayyadi l'8 dicembre 2025, indossando una divisa militare.
Tra i segnali di progresso nel primo anno si registra la fine delle linee del fronte attive e l'abolizione di misure oppressive, come il divieto di menzionare la valuta estera sotto pena di arresto. Un dato significativo è il ritorno di circa 1,2 milioni di rifugiati e 1,9 milioni di sfollati interni alle loro aree di origine, un flusso che, secondo il Governatore della Banca Centrale AbdulKader Husrieh, sta sostenendo la crescita economica, superando la stima dell'1% della Banca Mondiale per il 2025. L'UNHCR ha facilitato attivamente questi ritorni volontari, sebbene circa 4,5 milioni di siriani rimangano nei paesi limitrofi in condizioni spesso precarie.
Nonostante i progressi, la stabilità resta fragile a causa di profonde divisioni interne e violenze settarie. Sono stati documentati massacri mirati contro civili alawiti nel marzo 2025 e contro la comunità drusa nel luglio 2025, episodi che sollevano interrogativi sulla capacità del governo di garantire la sicurezza per tutte le minoranze. Le violenze di marzo hanno rappresentato il 67% delle uccisioni civili registrate nei primi sei mesi del 2025, con picchi nelle province costiere di Latakia e Tartous. Critici e attivisti lamentano la lentezza del progresso sulla giustizia transizionale, temendo che la possibilità di accertare le responsabilità per le atrocità passate si stia esaurendo.
Il nuovo assetto geopolitico vede la Siria di al-Sharaa allontanarsi dagli alleati storici di Assad, Iran e Russia, per stringere legami con Stati Uniti e Turchia; il Presidente Trump ha incontrato al-Sharaa nel novembre 2025, innescando un graduale allentamento delle sanzioni occidentali. Tuttavia, il governo è criticato per non aver perseguito adeguatamente gli abusi commessi da forze vicine al nuovo potere, in particolare contro le comunità alawite e druse. La sfida centrale per consolidare la pace rimane la ristrutturazione della governance e l'affrontare le richieste di giustizia di tutte le comunità. Le prime elezioni parlamentari si sono svolte nell'ottobre 2025, ma al-Sharaa deve ancora nominare un terzo dei 210 membri previsti dalla costituzione provvisoria.
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Fonti
Al Jazeera Online
The New York Times
Al Jazeera
Wikipedia
The New Arab
The Times of Israel
PeaceRep
Human Rights Watch
The Guardian
Reuters
UN News
House of Commons Library
The New Arab
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