La sonda Parker Solar Probe ridefinisce i confini esterni della corona solare nel 2025

Una nuova fase nell'analisi dei dati raccolti dalla sonda spaziale automatizzata Parker Solar Probe della NASA ha permesso agli scienziati di delineare con maggiore precisione i contorni della corona solare esterna. Questo confine cruciale è noto come superficie di Alfvén. Si tratta del punto critico in cui la velocità di fuoriuscita del materiale solare supera la velocità di Alfvén, permettendo alle particelle di disperdersi in modo incontrollato nello spazio interplanetario sotto forma di vento solare. La corona, lo strato più rarefatto e al contempo più caldo dell'atmosfera del Sole, si estende per milioni di chilometri e raggiunge temperature prossime al milione di gradi Kelvin, un dato che rimane uno dei misteri centrali dell'astrofisica solare.

I ricercatori, tra cui l'astrofisico Sam Badman del Centro di Astrofisica Harvard-Smithsonian (CfA), hanno sfruttato le informazioni acquisite durante i passaggi diretti della sonda attraverso la corona stessa. Sebbene questo bordo atmosferico sia intrinsecamente mutevole e in costante trasformazione, i nuovi metodi di elaborazione dei dati, presentati in pubblicazioni del 2025, in particolare sull'Astrophysical Journal Letters, hanno reso possibile la creazione delle prime mappe bidimensionali continue di questo confine dinamico. Tali mappe, validate dalle misurazioni dirette effettuate da Parker, costituiscono una base solida per le future indagini scientifiche.

Un momento chiave nella raccolta di questi dati è coinciso con il ravvicinamento record della sonda al Sole, avvenuto il 24 dicembre 2024. In quell'occasione, l'apparecchio si è spinto fino a soli 6,1 milioni di chilometri (circa 3,8 milioni di miglia) dalla fotosfera. I successivi perieli del 2025, inclusi i passaggi del 22 marzo e del 19 giugno, hanno fornito informazioni aggiuntive sulla dinamica del vento solare e sui campi magnetici associati. Durante queste missioni, sono stati registrati fenomeni significativi come le espulsioni di massa coronale (CME) e le caratteristiche inversioni del campo magnetico note come switchback.

La ridefinizione della posizione di questo confine ha implicazioni pratiche dirette per le tecnologie terrestri. Una mappatura accurata contribuisce ad aumentare sensibilmente l'affidabilità delle previsioni meteorologiche spaziali. Questo include la capacità di anticipare improvvise raffiche di vento solare che potrebbero danneggiare i sistemi satellitari o le reti elettriche a terra. Inoltre, i nuovi dati aiutano a perfezionare i modelli che cercano di spiegare l'anomala temperatura elevata della corona, confermando l'esistenza di due tipologie di vento solare lento, le quali sembrano originarsi da sorgenti distinte all'interno dell'atmosfera stellare.

Dato che il Sole sta entrando nella fase di minore attività del suo ciclo undecennale, il confine esterno della corona tende a diventare più irregolare, rendendo le osservazioni attuali di valore inestimabile. La missione Parker, sviluppata presso il Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory, prosegue la sua attività, e la NASA sta valutando obiettivi per un'estensione della missione, che includeranno il monitoraggio del prossimo minimo solare. Queste scoperte non solo ampliano la nostra comprensione del nostro Sole, ma gettano anche luce sui cicli vitali di altre stelle e sulla potenziale abitabilità dei pianeti che orbitano attorno ad esse.