Revisione Metodologica Urgente Richiesta per la Quantificazione dell'Invecchiamento Biologico

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Una recente revisione sistematica ha lanciato un appello alla comunità scientifica per una revisione fondamentale delle metodologie impiegate nella quantificazione dell'invecchiamento biologico. Gli analisti sostengono che gli indicatori surrogati comunemente usati tendono a confondere le traiettorie di invecchiamento autentiche con effetti fisiologici che sono indipendenti dall'età cronologica. Questo approccio metodologico diffuso rischia di oscurare la comprensione dei meccanismi causali primari che guidano la senescenza.

L'invecchiamento, definito come il processo naturale e graduale di mutamento del corpo che inizia intorno ai 30 anni, comporta un progressivo declino funzionale e degenerazione cellulare. Gli esperti del settore sottolineano che i progressi nell'estensione della vita sono prevalentemente il risultato di interventi mirati contro patologie specifiche che limitano la vita, piuttosto che un vero e proprio rallentamento del processo di invecchiamento generale. L'eterogeneità di questo fenomeno è evidente nell'analisi cross-specie: il cancro è un collo di bottiglia mortale nei topi, le patologie cardiovascolari nei macachi e l'insufficienza d'organo negli invertebrati. Ad esempio, nell'uomo, le malattie cardiovascolari rimangono la causa di mortalità predominante, anche tra i centenari, suggerendo che il decesso raramente sopraggiunge per una generica "vecchiaia pura".

La revisione ha espresso critiche significative nei confronti degli attuali orologi dell'invecchiamento, evidenziando la loro natura prevalentemente correlazionale. Questi strumenti predicono l'età biologica ma non riescono necessariamente a cogliere i meccanismi causali sottostanti, un parallelismo analogo alle rughe che predicono l'età senza spiegare la biologia sottostante. La ricerca molecolare, come quella condotta dal Prof. Mauro Giacca dell'ICGEB Trieste, esplora i legami sperimentali tra la funzione mitocondriale e l'invecchiamento. Inoltre, l'accumulo di cellule senescenti, che nei soggetti sani tra i 35 e i 65 anni può variare da due a venti volte, è un marcatore molecolare distintivo.

Il fondamento empirico del celebre quadro dei "segni distintivi dell'invecchiamento", originariamente identificato con nove marcatori nel 2013 e successivamente ampliato a dodici nel 2023, è stato messo in discussione. L'analisi ha rivelato che una percentuale elevata di studi a supporto di tale framework non ha incluso coorti giovani trattate. Questa omissione impedisce la distinzione cruciale tra i veri effetti anti-invecchiamento (rallentamento del tasso) e i semplici cambiamenti di base (miglioramento sintomatico). Molti interventi mostrano effetti in animali giovani, il che suggerisce un'azione sintomatica piuttosto che una modifica del tasso di invecchiamento stesso.

In risposta a queste lacune metodologiche, i ricercatori raccomandano l'adozione di nuovi disegni sperimentali rigorosi. Tali studi devono obbligatoriamente includere gruppi trattati sia giovani che anziani per isolare con precisione gli effetti di "rateo" (rallentamento dell'invecchiamento) da quelli di "baseline" (miglioramento sintomatico). L'obiettivo della gerontologia, lo studio dei cambiamenti fisici, mentali e sociali legati all'età, è spostare la ricerca da una mera correlazione a una comprensione e intervento sui meccanismi causali. L'invecchiamento patologico, a differenza di quello fisiologico dove umore e personalità rimangono stabili, è definito dalla presenza di malattie come l'Alzheimer che compromettono significativamente la funzionalità, rendendo necessaria assistenza.

Fonti

  • Mirage News

  • Mirage News

  • Genomic Psychiatry

  • ResearchGate

  • DZNE

  • VitaDAO

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