«Fish One»: La WTO inaugura una nuova era per gli oceani

Modificato da: Inna Horoshkina One

Il 15 settembre 2025 segna una data spartiacque per la salute degli oceani, con l'entrata in vigore dell'Accordo sugli Sussi di Pesca dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), soprannominato «Fish One». Questo storico trattato, frutto di oltre due decenni di negoziati, ha raggiunto la soglia necessaria di ratifiche quando Brasile, Kenya, Tonga e Vietnam hanno depositato i loro strumenti di ratifica, portando il totale a 111 Stati membri.

L'accordo rappresenta il primo impegno commerciale multilaterale vincolante della WTO focalizzato sull'ambiente e sulla sostenibilità degli oceani. L'obiettivo primario di «Fish One» è contrastare la pesca eccessiva e illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) attraverso il divieto di sussidi governativi che alimentano queste pratiche dannose. Nello specifico, il trattato vieta i sussidi a navi e operatori coinvolti nella pesca INN, nonché quelli destinati allo sfruttamento di stock ittici sovrasfruttati per i quali non sono in atto misure di ripopolamento. Sono inoltre introdotte restrizioni sui sussidi per la pesca in acque internazionali, comprese quelle d'alto mare.

Gli Stati ratificanti sono ora tenuti a fornire alla WTO dati dettagliati sui propri sussidi di pesca, inclusi lo stato degli stock ittici, le pratiche di gestione e le informazioni sulle catture. Si stima che i governi eroghino circa 22 miliardi di dollari all'anno in sussidi dannosi che contribuiscono all'esaurimento delle risorse marine, con quasi il 40% degli stock ittici mondiali già sfruttati oltre i livelli sostenibili. Tom Pickerell, Direttore Globale del Programma Oceani del World Resources Institute, ha commentato che questo è un risultato epocale che dimostra l'impegno dei paesi nel ripristinare la salute dell'oceano. Le comunità costiere di tutto il mondo ne beneficeranno.

Nonostante questo traguardo significativo, i negoziati per «Fish Two», che mira ad affrontare i sussidi che contribuiscono all'eccesso di capacità e alla pesca eccessiva, rimangono in una fase di stallo. Le divisioni tra gli Stati membri, in particolare riguardo alle concessioni per la pesca d'altura e alle politiche di sussidio per le flotte industriali, hanno finora impedito un accordo definitivo. L'ambasciatore del Regno Unito presso la WTO, Simon Manley, ha sottolineato come gli sforzi per garantire «Fish Two» siano stati ostacolati da uno o due membri della WTO.

La WTO ha istituito un fondo con oltre 18 milioni di dollari impegnati per supportare i paesi in via di sviluppo e meno sviluppati nell'attuazione dell'accordo, riconoscendo le sfide che questo comporta. Alice Tipping, Direttrice del Commercio e dello Sviluppo Sostenibile presso l'IISD, ha affermato che l'entrata in vigore dell'accordo è una pietra miliare critica, che dimostra il valore del multilateralismo, ma che il lavoro non finisce qui. La salute degli oceani e la biodiversità marina sono fondamentali per il benessere umano, la sicurezza alimentare e la regolamentazione climatica globale. L'auspicio è che il successo di «Fish One» possa infondere nuovo slancio per superare gli ostacoli rimanenti e garantire un futuro più sostenibile per gli ecosistemi marini.

Fonti

  • Mongabay

  • Stalemate: WTO talks again fail to end overfishing subsidies

  • WTO: Partial "Fish 1" enters into force, but future hinges on "Fish 2" deal

  • WTO: Global small-scale fishers criticize proposed Fish-2 agreement

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