Nel cuore del Mar Mediterraneo, la Posidonia oceanica, una pianta marina fondamentale, emerge come un eroe silenzioso nella lotta contro l'inquinamento da microplastiche. Questa "erba di mare" forma estese praterie sottomarine che, attraverso un processo naturale, intrappolano le minuscole particelle di plastica, aggregandole in sfere fibrose note come "palle di Nettuno". Queste formazioni, che si depositano sulle coste, rappresentano un meccanismo di pulizia eccezionale offerto dalla natura. La ricerca scientifica, con studi pubblicati nel 2024 e indagini condotte tra il 2024 e il 2025, ha confermato l'efficacia della Posidonia oceanica nel catturare microplastiche. Le sue foglie e i suoi rizomi agiscono come una spugna, con i rizomi che accumulano una quantità significativamente maggiore di questi inquinanti. Si stima che le praterie di Posidonia oceanica nel Mediterraneo possano intrappolare fino a 900 milioni di frammenti di plastica ogni anno. Le "palle di Nettuno", formate dalle fibre delle foglie morte della Posidonia, si aggregano grazie alle correnti marine e all'accumulo di sedimenti. Sebbene queste sfere fibrose, simili a gomitoli di lana d'acciaio, possano contenere fino a 1.500 particelle di plastica per chilogrammo, la loro presenza sulle spiagge è un segnale della vasta portata del problema dell'inquinamento plastico.
Questi ecosistemi sottomarini svolgono un ruolo vitale nella salute del Mediterraneo. Oltre a fungere da filtri naturali contro l'inquinamento plastico, le praterie di Posidonia oceanica sono tra i più importanti serbatoi di carbonio del pianeta, assorbendo CO₂ a un ritmo fino a 35 volte superiore rispetto alle foreste pluviali tropicali. Offrono inoltre rifugio e aree di riproduzione per innumerevoli specie marine, stabilizzano i fondali marini contrastando l'erosione e migliorano la qualità dell'acqua. La loro importanza è tale che sono considerate un habitat prioritario per la conservazione nell'ambito della Direttiva Habitat dell'Unione Europea.
Nonostante il loro ruolo cruciale, le praterie di Posidonia oceanica sono minacciate da diversi fattori. L'innalzamento delle temperature marine, lo sviluppo costiero incontrollato, l'inquinamento e i danni causati dalle ancore delle imbarcazioni hanno portato a un loro declino diffuso. Studi indicano che le estensioni di Posidonia oceanica si sono ridotte fino al 50% dagli anni '60. In Spagna, in particolare nella regione dell'Andalusia, sono in corso significativi sforzi di conservazione e ripristino, con migliaia di piante di Posidonia oceanica recentemente rimesse a dimora. Progetti come il LIFE Posidonia Andalucia mirano a migliorare lo stato di conservazione di queste praterie, mappando gli habitat e implementando misure di protezione. Tuttavia, persistono sfide legate alle normative per la loro salvaguardia, sottolineando la necessità continua di strategie di conservazione efficaci e di una gestione integrata che bilanci le esigenze di conservazione della natura con lo sviluppo socio-economico.
La capacità della Posidonia oceanica di intrappolare la plastica, pur non essendo una soluzione definitiva, evidenzia la resilienza dei sistemi marini e l'urgenza di proteggere questi preziosi ecosistemi. La loro scomparsa non significherebbe solo la perdita di un meccanismo naturale di pulizia, ma anche un grave colpo per la biodiversità marina e la capacità del pianeta di mitigare i cambiamenti climatici. La consapevolezza e l'azione collettiva sono fondamentali per garantire la sopravvivenza di queste "foreste" sottomarine e, di conseguenza, la salute del nostro mare.