Il Primo Ministro australiano Anthony Albanese ha annunciato l'11 agosto 2025 che l'Australia riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina. Questa decisione verrà formalizzata durante l'80ª sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre, allineando l'Australia a un crescente consenso internazionale a favore di una soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese.
L'annuncio di Albanese arriva in un momento di crescente pressione internazionale per porre fine alla guerra a Gaza. Il Primo Ministro ha sottolineato che il riconoscimento è subordinato a impegni specifici da parte dell'Autorità Palestinese, tra cui l'esclusione di Hamas da future strutture di governo, la smilitarizzazione di Gaza e lo svolgimento di elezioni generali. Albanese ha affermato che una soluzione a due Stati rappresenta la migliore speranza per interrompere il ciclo di violenza e porre fine alle sofferenze in Medio Oriente. Questa mossa segue dichiarazioni simili da parte di altre nazioni, con leader come Emmanuel Macron della Francia e Keir Starmer del Regno Unito che hanno anch'essi indicato l'intenzione di riconoscere la statualità palestinese alla prossima Assemblea Generale ONU. Albanese ha evidenziato queste azioni come parte di uno sforzo globale coordinato per generare slancio verso una soluzione a due Stati.
L'Australia, storicamente sostenitrice dell'esistenza di Israele, ha votato nel 1947 a favore della raccomandazione di creare due stati, Israele e Palestina, un ruolo che il Ministro degli Esteri dell'epoca, Herbert Vere Evatt, ebbe un ruolo fondamentale nel promuovere. Oltre 77 anni dopo, l'Australia ritiene che il mondo non possa più attendere che l'attuazione di quella risoluzione venga negoziata tra le parti. La decisione segna un notevole cambiamento nella politica estera australiana. Nel novembre 2024, l'Australia aveva già votato a favore del riconoscimento della "sovranità permanente" dei palestinesi nei Territori Palestinesi Occupati, una posizione che si discostava significativamente dalla sua precedente.
Tuttavia, la decisione non è priva di critiche. L'ambasciatore israeliano in Australia, Amir Maimon, ha definito la mossa una "ricompensa per il terrore" e ha sostenuto che mina la sicurezza di Israele e indebolisce la causa della pace. Anche l'opposizione australiana ha espresso serie preoccupazioni, affermando che la decisione pone l'Australia in contrasto con gli Stati Uniti e inverte un consenso bipartisan che legava il riconoscimento alla rimozione di Hamas dal potere a Gaza. Nonostante le critiche, l'annuncio di Albanese è stato accolto con favore da alcuni settori, tra cui il gruppo Labor Friends of Palestine, che lo ha definito un passo significativo. L'Australia si unisce così a oltre 140 Stati membri delle Nazioni Unite che già riconoscono lo Stato di Palestina, un numero che è cresciuto nelle ultime settimane con le dichiarazioni di Regno Unito, Canada e Francia. La decisione australiana è vista da molti come un tentativo di dare speranza di fronte alla disperazione e di isolare ulteriormente Hamas, sostenendo al contempo le voci moderate per la pace nella regione.