Il governo libanese ha fissato la fine del 2025 come scadenza per il disarmo di Hezbollah e il ripristino del monopolio statale sulle armi. Questa decisione, maturata sotto la spinta di pressioni internazionali, in particolare dagli Stati Uniti e da Israele, mira a riaffermare l'autorità dello Stato su tutto il territorio nazionale.
Il piano, presentato dall'inviato speciale statunitense Tom Barrack, prevede quattro fasi: cessazione delle operazioni militari israeliane, ritiro delle forze israeliane da posizioni strategiche nel sud del Libano e liberazione di prigionieri libanesi. In cambio, il Libano si impegna a disarmare Hezbollah e altre milizie non statali, con l'esercito libanese incaricato di elaborare un piano dettagliato entro la fine di agosto.
Hezbollah ha fermamente respinto il piano, definendolo un "grave peccato" e legando qualsiasi discorso sul disarmo al ritiro israeliano dai territori occupati e alla cessazione degli attacchi aerei. L'organizzazione, che opera sia come partito politico che come gruppo militante, è un proxy dell'Iran con una lunga storia di opposizione a Israele e alle potenze occidentali.
La decisione del governo libanese ha generato tensioni interne, con quattro ministri legati a Hezbollah e al movimento Amal che hanno abbandonato le riunioni di gabinetto in segno di protesta. Tuttavia, il Primo Ministro Nawaf Salam ha sottolineato l'importanza di questa mossa per la stabilità del paese, affermando che il Libano "non poteva rimanere per sempre ostaggio di una logica armata". Le implicazioni di questo piano vanno oltre i confini libanesi, influenzando la stabilità regionale e le dinamiche geopolitiche in Medio Oriente.
Il successo dell'iniziativa dipenderà dalla capacità del governo libanese di gestire le forti opposizioni interne e dalla volontà delle potenze internazionali di sostenere attivamente il processo di disarmo e ricostruzione. La comunità internazionale, inclusi Stati Uniti, Francia e Arabia Saudita, ha espresso il proprio sostegno, con l'obiettivo di facilitare la ricostruzione economica del Libano e rafforzare le sue istituzioni statali.