Parigi, Berlino e Londra (il "Trio E3") hanno formalmente avviato il meccanismo di "snapback" delle Nazioni Unite il 28 agosto 2025, ripristinando di fatto le sanzioni precedentemente revocate all'Iran. Questa mossa, intrapresa a seguito delle presunte violazioni iraniane del Piano d'Azione Congiunto Globale (JCPOA), noto come "accordo sul nucleare iraniano" del 2015, rappresenta un momento critico nelle relazioni internazionali e nella stabilità regionale.
La decisione del Trio E3 di attivare il meccanismo di snapback è una risposta diretta alle crescenti preoccupazioni riguardo alle attività nucleari accelerate dell'Iran e alla sua limitata cooperazione con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA). Secondo i rapporti, l'Iran ha accumulato scorte di uranio arricchito ben oltre i limiti stabiliti dal JCPOA, raggiungendo livelli di arricchimento fino al 60%. L'AIEA ha documentato una perdita di "continuità di conoscenza" riguardo alle attività nucleari dell'Iran, complicando ulteriormente la capacità dell'agenzia di garantire la natura pacifica del programma iraniano.
L'attivazione del meccanismo di snapback avvia un periodo di 30 giorni durante il quale sono possibili sforzi diplomatici per evitare il pieno ripristino delle sanzioni ONU pre-2015. Queste sanzioni includono restrizioni sui trasferimenti di armi convenzionali, sul supporto al programma missilistico iraniano e sulle attività di arricchimento. L'Iran ha condannato l'azione del Trio E3 come illegale e politicamente motivata, avvertendo che il rinnovo delle sanzioni avrà conseguenze e che l'Iran risponderà in modo appropriato per salvaguardare i propri diritti e interessi nazionali.
Gli Stati Uniti, pur essendosi ritirati dal JCPOA nel 2018, hanno sostenuto la necessità di una maggiore pressione su Teheran. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha accolto con favore la mossa del Trio E3, affermando che "lo snapback non contraddice la nostra sincera disponibilità alla diplomazia, la migliora soltanto". Tuttavia, alcuni analisti, come Sina Toossi del Center for International Policy, suggeriscono che la mossa del Trio E3 "assomigli più a un'escalation volta a spremere concessioni a breve termine dall'Iran" piuttosto che a un percorso per rilanciare la cooperazione.
L'impatto economico delle sanzioni rinnovate sull'Iran si prevede che sarà significativo, influenzando in particolare le esportazioni di petrolio e le transazioni finanziarie. La svalutazione della moneta iraniana, il rial, che è crollata da 32.000 per dollaro nel 2015 a oltre 1 milione per dollaro nel 2025, evidenzia la fragilità economica del paese. Nonostante le potenziali ripercussioni, alcuni osservatori ritengono che le sanzioni non saranno sufficienti a rovesciare il regime, ma piuttosto a rafforzare la sua tendenza verso il "Sud globale", in particolare Russia e Cina.
La situazione attuale evidenzia una profonda sfiducia e interpretazioni divergenti sull'attuazione del JCPOA. Il periodo di 30 giorni offre un'opportunità cruciale per la diplomazia, ma l'esito determinerà in modo significativo la sicurezza regionale e il futuro del regime di non proliferazione nucleare. La scadenza del meccanismo di snapback il 18 ottobre 2025 aggiunge un ulteriore livello di urgenza a questi sforzi diplomatici.