Le elezioni parlamentari in Moldova, fissate per il 28 settembre 2025, rappresentano un momento cruciale per il futuro politico del paese. L'appuntamento elettorale si svolge in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche, con preoccupazioni per le presunte ingerenze russe volte a influenzare l'orientamento del paese.
Queste elezioni seguono un periodo di intensa attività politica, culminato con l'elezione presidenziale e il referendum sull'adesione all'Unione Europea nell'ottobre 2024. In quell'occasione, la presidente Maia Sandu è stata rieletta, e il referendum ha confermato, seppur con un margine ristretto, la volontà di perseguire l'integrazione europea. Tuttavia, questi eventi sono stati offuscati da accuse di interferenze russe, con stime che indicano ingenti somme di denaro, anche tramite criptovalute, investite per promuovere interessi specifici e destabilizzare il processo democratico.
Laura Thornton del McCain Institute ha sottolineato come la Russia stia conducendo una guerra su più fronti per ostacolare il percorso democratico della Moldova verso l'UE e per minacciare la sicurezza europea più ampia, cooptando attori politici e infiltrandosi nello spazio informativo. La Commissione Elettorale Centrale (CEC) stima la partecipazione di circa 2,8 milioni di cittadini aventi diritto al voto, inclusa la diaspora, il cui contributo è storicamente significativo.
Le ultime elezioni parlamentari del luglio 2021 hanno visto una netta vittoria del partito pro-europeo Azione e Solidarietà (PAS), guidato dall'allora presidente Maia Sandu, che ha ottenuto 63 dei 101 seggi. Tuttavia, i sondaggi recenti indicano una possibile frammentazione del panorama politico, con diverse forze politiche che potrebbero entrare in parlamento, rendendo probabile la formazione di governi di coalizione.
Le preoccupazioni relative all'ingerenza russa sono concrete. Secondo diverse analisi, Mosca starebbe investendo centinaia di milioni di euro attraverso schemi finanziari illegali e criptovalute per influenzare l'esito delle elezioni, sostenendo candidati e partiti filo-russi. Si parla di oltre 200 milioni di euro impiegati in campagne di propaganda e operazioni ibride volte a ostacolare il futuro europeo della Moldova. L'obiettivo del Cremlino è quello di riaffermare la propria influenza sul paese, favorendo partiti o coalizioni filo-russi.
La Moldova si trova a essere un banco di prova per le tattiche di guerra ibrida russe, con conseguenze che si estendono ben oltre i suoi confini. La campagna elettorale si preannuncia complessa, con partiti che cercano di mobilitare l'elettorato su temi come l'economia, l'inflazione e la sicurezza energetica, questioni acuite dalle tensioni regionali e dalle azioni russe, come l'interruzione delle forniture di gas. La capacità della Moldova di resistere a queste pressioni è vista come un indicatore della resilienza democratica nella regione e un fattore chiave per la stabilità dell'Europa orientale.
Il sostegno finanziario e politico dell'Unione Europea al governo moldavo, con circa 300 milioni di euro stanziati nel 2025, sottolinea l'importanza strategica di questo paese. La sfida per la Moldova sarà quella di navigare questo complesso scenario, rafforzando le proprie istituzioni e garantendo un processo elettorale trasparente e libero da indebite influenze esterne, per poter così consolidare il proprio percorso verso un futuro europeo.