Il Grand Egyptian Museum (GEM), che si presenta con l'ambizioso titolo di "più grande museo archeologico del mondo", ha finalmente annunciato la data della sua inaugurazione ufficiale. Questo evento, atteso da tempo dalla comunità internazionale e dagli appassionati di egittologia, è previsto per il 1° novembre 2025. L'apertura corona uno sforzo costruttivo monumentale durato più di due decenni, segnando un momento storico per la conservazione e l'esposizione del patrimonio egizio.
La posizione scelta per il GEM è strategicamente cruciale e carica di significato simbolico. L'imponente struttura si erge a soli 2 chilometri di distanza dalle leggendarie Piramidi di Giza, stabilendo una connessione visiva diretta con l'antichità. Il nuovo complesso museale è stato edificato su un'area che presenta un notevole dislivello topografico, superando i 50 metri di differenza altimetrica. Esso funge da cerniera tra le vestigia millenarie e la moderna espansione urbana del Cairo, posizionandosi esattamente al confine tra l'arido paesaggio desertico e la fertile piana alluvionale del Nilo.
Il progetto architettonico, sviluppato dallo studio irlandese Heneghan Peng, si distingue per la sua audacia e la sua profonda ispirazione storica. L'edificio è caratterizzato da una pianta triangolare e da facciate imponenti che si estendono per 800 metri in lunghezza e raggiungono i 40 metri in altezza. La superficie esterna è decorata da una miriade di triangoli equilateri. Queste forme geometriche non sono casuali, ma traggono ispirazione diretta dai contorni e dalle proporzioni delle piramidi di Giza, riconosciute universalmente come la principale meraviglia d'Egitto.
Il triangolo non è semplicemente un elemento decorativo, bensì il vero e proprio leitmotiv concettuale che definisce l'identità visiva del museo. Questa forma geometrica si ritrova anche all'interno: le pareti di alcune sale espositive, ad esempio, assumono la configurazione di triangoli smussati, mentre la copertura è stata ingegnosamente progettata per simulare l'aspetto di un ventaglio semi-aperto. Un dettaglio di grande impatto simbolico si manifesta nell'architettura dell'ingresso principale: tutte le linee delle facce convergono in un unico punto focale, un effetto che richiama l'immagine dei raggi solari. Questo simbolismo è un chiaro riferimento alla ricca mitologia dell'antico Egitto, in particolare al culto del dio Sole Ra.
Per rafforzare ulteriormente il legame tra la nuova architettura e i monumenti storici, l'angolo di inclinazione delle pareti esterne del GEM è stato meticolosamente sincronizzato con quello della Grande Piramide di Cheope e della Piramide di Micerino. Questa scelta progettuale non solo è esteticamente coerente, ma simboleggia anche la continuità e la riverenza verso le tradizioni architettoniche millenarie della civiltà egizia.
Il cuore pulsante del museo sarà la sala principale, concepita come un vasto atrio centrale. Questo spazio monumentale è stato specificamente destinato all'esposizione dei reperti di maggiori dimensioni, capaci di impressionare il visitatore con la loro scala. L'opera più emblematica qui esposta è la statua colossale del faraone Ramesse II. Questa imponente scultura, che domina lo spazio con i suoi 11 metri di altezza e un peso sbalorditivo di 83 tonnellate, risale a circa 3200 anni fa e funge da maestoso benvenuto per tutti coloro che accedono al GEM.
L'inaugurazione di questa istituzione rappresenta un momento cruciale per la promozione e la salvaguardia del patrimonio culturale globale. Il Grand Egyptian Museum è destinato a diventare la casa di oltre 100.000 manufatti, offrendo una panoramica senza precedenti sulla storia e la cultura dell'Antico Egitto. Tra le sue attrazioni principali, spicca l'esposizione, per la prima volta in assoluto e in modo completo, di tutti i reperti rinvenuti nella celebre tomba di Tutankhamon. Questa collezione unica al mondo promette di attrarre milioni di visitatori, consolidando il ruolo del GEM come faro della conoscenza archeologica.