Il telescopio spaziale James Webb (JWST) ha ampliato la nostra comprensione del sistema di Urano con la recente identificazione di una nuova luna, portando il conteggio totale dei satelliti conosciuti del pianeta a 29. Questa scoperta, effettuata il 2 febbraio 2025 tramite la Near-Infrared Camera (NIRCam) del telescopio, segna un ulteriore trionfo per le capacità avanzate del JWST nel rilevare corpi celesti deboli e di piccole dimensioni.
La nuova luna, provvisoriamente designata S/2025 U1, ha un diametro stimato di circa 10 chilometri. Le sue dimensioni ridotte e la debole luminosità l'avevano finora resa invisibile ai precedenti strumenti di osservazione, compresa la sonda Voyager 2 che sorvolò Urano quasi quarant'anni fa. L'orbita di S/2025 U1 è quasi circolare e si trova a una distanza di circa 56.000 chilometri dal centro del pianeta, posizionandosi tra le orbite delle lune già note di Ophelia e Bianca. La sua scoperta sottolinea la sensibilità eccezionale del James Webb, capace di scrutare anche gli oggetti più sfuggenti nel cosmo.
I satelliti di Urano sono tradizionalmente nominati in onore di personaggi tratti dalle opere di William Shakespeare e Alexander Pope, un retaggio che risale alle prime scoperte di Titania e Oberon nel 1787 da parte di Sir William Herschel. La nuova luna S/2025 U1 è attualmente in attesa di approvazione ufficiale della denominazione da parte dell'Unione Astronomica Internazionale (IAU), l'organismo che stabilisce le convenzioni di nomenclatura astronomica. Questa scoperta contribuisce a una visione più completa e dettagliata del complesso sistema di lune e anelli che circonda Urano, un gigante gassoso che continua a svelare i suoi segreti.
Le capacità del James Webb nel rilevare oggetti deboli sono notevolmente potenziate dal suo ampio specchio primario di 6,5 metri di diametro, che offre un'area di raccolta della luce significativamente maggiore rispetto a telescopi precedenti come l'Hubble. Questa caratteristica, unita alla sua sensibilità nell'infrarosso, permette al JWST di penetrare le nubi di gas e polvere e di osservare fenomeni altrimenti inaccessibili. La sua versatilità lo rende uno strumento fondamentale non solo per lo studio dei pianeti del nostro sistema solare, ma anche per l'esplorazione dell'universo primordiale e la ricerca di esopianeti.
La capacità del telescopio di individuare anche piccoli asteroidi, come dimostrato in studi recenti, evidenzia ulteriormente la sua poliedricità e il suo potenziale contributo in diverse aree dell'astronomia.