Le profondità dell'Oceano Pacifico continuano a svelare segreti scientifici, con una recente spedizione che ha portato alla luce diverse nuove specie marine adattate a condizioni estreme, specialmente attorno alle sorgenti idrotermali. Tra le scoperte più notevoli vi sono una specie inedita di verme tubicolo e una varietà di batteri chemiosintetici, fondamentali per la catena alimentare in assenza di luce solare. Questi organismi sono stati raccolti e analizzati da ricercatori dell'Oceanographic Institute, arricchendo la comprensione della biodiversità in habitat remoti e sottolineando l'incredibile resilienza della vita.
Le sorgenti idrotermali si confermano ecosistemi di straordinario interesse. Recentemente, sono stati scoperti vasti sistemi idrotermali ricchi di idrogeno nel Pacifico occidentale, come il campo di Kunlun, che contribuisce significativamente alla produzione globale di idrogeno abiotico. Queste scoperte, facilitate da veicoli subacquei avanzati come il sottomarino con equipaggio Fendouzhe, offrono nuove prospettive sui processi chimici negli oceani profondi. La comprensione di questi sistemi è cruciale per la ricerca scientifica, l'identificazione di potenziali fonti di energia sostenibile e la salvaguardia degli ecosistemi marini.
Oltre alle sorgenti idrotermali, le profondità oceaniche del Pacifico continuano a sorprendere. Ricerche condotte da scienziati cinesi nelle fosse Curili-Kamchatka e Aleutine dell'Oceano Pacifico hanno rivelato gli ecosistemi più profondi conosciuti, esistenti a profondità fino a 9,5 chilometri. Queste comunità, composte principalmente da bivalvi e vermi marini, dimostrano che la vita può prosperare anche nelle condizioni più estreme, dove la pressione supera di centinaia di volte quella atmosferica. Spedizioni condotte dallo Schmidt Ocean Institute lungo la dorsale di Nazca e al largo del Cile hanno portato alla luce oltre 100 possibili nuove specie, tra cui coralli, spugne, ricci di mare e pesci abissali. Alcune di queste creature vivono al di sotto del fondale marino, in minuscole grotte, ampliando la nostra concezione degli ecosistemi nascosti. La vastità di questi habitat remoti, come la dorsale di Nazca scoperta nel 2021, evidenzia quanto poco conosciamo ancora del nostro pianeta.
Si stima che circa il 41% delle specie ittiche in queste aree non siano mai state osservate altrove, sottolineando l'importanza di proteggere questi ecosistemi unici. Le esplorazioni sottomarine, spesso condotte con l'ausilio di robot subacquei avanzati come il ROV SuBastian, forniscono dati essenziali per la creazione di aree marine protette. La continua scoperta di nuove specie e ecosistemi negli abissi del Pacifico ricorda l'immensa ricchezza del nostro pianeta e l'importanza di preservare questi ambienti fragili per le generazioni future.