Nella Giordania sudorientale, in prossimità del Mar Morto, scoperte archeologiche recenti hanno portato alla luce resti che potrebbero convalidare la narrazione biblica relativa alla fine catastrofica delle città di Sodoma e Gomorra. Le indagini sul campo hanno rivelato chiare evidenze di una distruzione improvvisa e violenta, manifestata attraverso strutture carbonizzate e scheletri umani intrappolati sotto detriti, segno inequivocabile di una calamità rapida e devastante.
I siti di interesse primario includono Bab edh-Dhra, tradizionalmente associato a Sodoma, e Numera, collegato a Gomorra, entrambi datati all'Età del Bronzo Antico. Le analisi approfondite di queste aree hanno evidenziato la presenza di uno strato di materiale vetrificato, composto da ceramica e mattoni fusi, indicativo di temperature estremamente elevate, coerenti con un'esplosione atmosferica. Studi isotopici sui materiali recuperati hanno inoltre rivelato concentrazioni di iridio, un elemento raro sulla crosta terrestre ma comune negli asteroidi, rafforzando l'ipotesi di un'origine extraterrestre della catastrofe, paragonabile all'evento di Tunguska del 1908.
A supporto di questa teoria, i reperti mostrano ceramiche fuse a temperature superiori ai 1500 °C e mattoni di fango fusi a oltre 1400 °C, oltre a sferule ricche di ferro e silicio fuse a temperature superiori a 1590 °C. Questi ritrovamenti offrono una base storica plausibile per la narrazione biblica di una pioggia di fuoco e zolfo, sebbene alcuni studi precedenti abbiano notato che Bab edh-Dhra non sembra essere stata distrutta da un incendio significativo come il vicino sito di Numera, con le loro distruzioni separate da circa due secoli e mezzo.
Cruciale per il contesto è l'identificazione della città di Zoar, menzionata nelle Scritture come rifugio di Lot, la quale risulta invece intatta. Questo netto contrasto tra la sorte delle altre metropoli e quella di Zoar fornisce un punto di riferimento tangibile tra il racconto tramandato e la realtà storica accertata, suggerendo che la prontezza nell'agire di fronte a un segnale di pericolo possa aver determinato esiti radicalmente diversi di fronte a un cambiamento ambientale violento.