Sedici cannoni britannici risalenti all'epoca napoleonica sono stati scoperti da archeologi marini nelle profondità del Mare del Nord, vicino all'isola di Heligoland. I reperti, che includono pezzi da dodici libbre e carronate, datano intorno al 1800, periodo in cui Heligoland era un avamposto strategico britannico. La presenza britannica sull'isola, iniziata nel 1807, fu cruciale durante le guerre napoleoniche, fungendo da centro per operazioni di spionaggio e per aggirare il Blocco Continentale imposto da Napoleone.
Heligoland rimase sotto il controllo britannico fino al 1890, quando fu ceduta all'Impero Tedesco tramite il Trattato Heligoland-Zanzibar. I cannoni recuperati, chiaramente identificabili come di origine britannica grazie all'anello "Blomefield", comprendono cannoni da dodici libbre, il calibro più grande per l'artiglieria da campo dell'epoca, e carronate, armi più corte ed efficaci in combattimenti ravvicinati. La scoperta è il risultato di indagini condotte dalla società Submaris con il supporto del gruppo di Geofisica Marina e Idroacustica dell'Università di Kiel, utilizzando sonar ad alta risoluzione e modellazione 3D. Gli studiosi ipotizzano che la Marina Britannica abbia affondato deliberatamente questi cannoni, ormai obsoleti, prima del trasferimento dell'isola alla Germania, un atto che riflette un momento di transizione storica e strategica.