Gli astronomi hanno confermato l'esistenza del buco nero più antico mai rilevato, risalente a soli 500 milioni di anni dopo il Big Bang. Questa scoperta rivoluzionaria, realizzata grazie ai dati del James Webb Space Telescope (JWST), offre uno sguardo sui primi anni di formazione dell'universo e mette in discussione le teorie attuali sulla rapida crescita dei buchi neri nel cosmo primordiale.
Il buco nero si trova all'interno della galassia CAPERS-LRD-z9, osservata a un redshift estremamente distante, indicando che esisteva quando l'universo aveva solo il 3% della sua età attuale. La luminosità della galassia, inizialmente attribuita alla formazione stellare, si è rivelata essere causata da un disco surriscaldato di gas che spiraleggiava verso il buco nero, emettendo radiazioni intense. Il Dr. Seiji Fujimoto dell'Università dell'Arizona, autore principale dello studio, ha dichiarato: "È il buco nero confermato più antico, e ci offre una finestra su un periodo della storia cosmica che non avevamo mai visto prima".
Il buco nero al centro di CAPERS-LRD-z9 ha una massa stimata di circa 300 milioni di volte quella del Sole, circa dieci volte superiore alla massa di Sagittarius A* al centro della Via Lattea, sebbene con una certa incertezza nella stima. Rappresenta circa il 5% della massa stellare totale della sua galassia ospite, una proporzione significativamente più alta rispetto alle galassie moderne, suggerendo che i primi buchi neri siano cresciuti a un ritmo sorprendente o abbiano iniziato la loro esistenza con una massa maggiore di quanto si pensasse. Questa scoperta sfida i modelli attuali di formazione dei buchi neri, suggerendo meccanismi di formazione alternativi come il collasso diretto di massicce nubi di gas.
I ricercatori ipotizzano che una densa nube di gas che circonda il buco nero possa causare la sua tonalità rossastra, un fenomeno noto come redshift. CAPERS-LRD-z9 sarà un obiettivo chiave per le future osservazioni del JWST, con la speranza di svelare ulteriori segreti sulla formazione e l'evoluzione dei buchi neri e delle galassie nell'universo primordiale. La Dr.ssa Rebecca Taylor, co-autrice dello studio, ha aggiunto: "Non siamo stati in grado di studiare l'evoluzione dei buchi neri primordiali fino a poco tempo fa, e siamo entusiasti di vedere cosa possiamo imparare da questo oggetto unico". La scoperta di CAPERS-LRD-z9 segna un passo significativo nella nostra comprensione del cosmo, con ulteriori scoperte rivoluzionarie attese dal JWST.