Il Queensland Riconsidera lo Status del Dingo: Da Specie Invasiva a Possibile Animale Domestico

Modificato da: Olga Samsonova

Il Dipartimento delle Industrie Primarie del Queensland ha avviato una revisione approfondita dello status legale del dingo, un'iniziativa che potrebbe ridefinire radicalmente la percezione e la gestione di questo animale iconico. Questo procedimento, di natura complessa e controversa, potrebbe culminare nella loro riclassificazione, aprendo la strada alla possibilità di detenere questi canidi selvatici come animali domestici o da compagnia. Tale significativa trasformazione, che riflette un cambiamento di mentalità verso la fauna autoctona, rientra in un più ampio pacchetto di modifiche alla legislazione sulla biosicurezza dello stato. L'entrata in vigore di queste nuove disposizioni è prevista per l'aprile 2026. È fondamentale notare che, allo stato attuale, i dingo sono soggetti alla stessa rigorosa regolamentazione applicata a specie considerate invasive o parassite, come volpi e conigli, il che impone severe restrizioni sulla loro vendita, movimento e detenzione secondo le normative vigenti.

Nonostante il potenziale beneficio per alcuni allevatori o appassionati, la proposta ha sollevato un'ondata di preoccupazioni all'interno della comunità scientifica e tra le organizzazioni per la conservazione della natura. Già nell'agosto 2025, ricercatori di spicco, in particolare quelli affiliati all'Università del Nuovo Galles del Sud (UNSW Sydney), hanno fornito prove dettagliate che attestano come i dingo possiedano caratteristiche genetiche e comportamentali ben definite che li rendono tassonomicamente distinti dai cani domestici. I difensori della fauna selvatica insistono sul fatto che la loro natura non è addomesticabile come quella dei cani comuni. Sottolineano inoltre l'insostituibile funzione ecologica del dingo in quanto predatore terrestre all'apice della catena alimentare australiana, essenziale per il mantenimento dell'equilibrio degli ecosistemi. Questo ruolo cruciale si discosta radicalmente e non è compatibile con l'idea di un semplice animale da compagnia.

A sostegno della loro unicità, le analisi genetiche hanno precedentemente dimostrato che i dingo costituiscono un gruppo “fratello” rispetto ai cani domestici, ma la loro linea evolutiva si è separata e sono rimasti isolati per diversi millenni, permettendo loro di adattarsi in modo specifico all'ambiente alimentare e climatico unico del continente australiano. È interessante notare che la detenzione di dingo come animali domestici è già una realtà in altre giurisdizioni australiane, specificamente nel Nuovo Galles del Sud e nell'Australia Occidentale. Tuttavia, in questi stati si stanno affrontando crescenti difficoltà legate sia al benessere degli animali stessi, spesso non adatti alla vita domestica, sia alla gestione della riproduzione non controllata. Per questo motivo, gli esperti del settore avvertono che, qualora il Queensland decidesse di autorizzare la proprietà privata, sarebbe assolutamente imperativo introdurre un sistema di licenze estremamente rigoroso e ben strutturato, analogo a quello in vigore nello stato di Victoria, al fine di mitigare i rischi derivanti dalla loro intrinseca natura selvatica.

Un elemento di forte contrasto è emerso anche dai rappresentanti delle culture aborigene, i quali hanno espresso il loro fermo dissenso. Essi considerano la modifica proposta come una grave mancanza di rispetto verso i loro obblighi culturali e spirituali secolari nei confronti della fauna locale. È noto che, prima della colonizzazione europea, le popolazioni indigene australiane attribuivano ai dingo uno status quasi sacro. Le prove archeologiche mostrano che seppellivano i loro resti, datati tra 2000 e 2300 anni fa, con riti che presentavano somiglianze notevoli con quelli riservati agli esseri umani. Il dibattito sullo status tassonomico del dingo continua a dividere gli studiosi: alcuni li classificano come una specie distinta (Canis dingo), altri come una sottospecie del cane (Canis familiaris dingo) o, in alcune interpretazioni, come una forma di lupo. Indipendentemente dalla nomenclatura, la loro traiettoria evolutiva, plasmata da un lungo periodo di isolamento, impone cautela e un approccio estremamente ponderato a qualsiasi cambiamento legislativo che ne riguardi lo status e il futuro in Australia.

Fonti

  • Australian Broadcasting Corporation

  • ABC News

  • UNSW Newsroom

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