Giganti del Petrolio USA Annunciano Tagli di Lavoro Significativi tra Calo dei Prezzi e Mega-Fusioni

Modificato da: Татьяна Гуринович

Le principali compagnie petrolifere statunitensi stanno implementando significative riduzioni del personale, nonostante le politiche governative volte a stimolare la produzione di idrocarburi. Questo trend si inserisce in un contesto di consolidamento del settore, caratterizzato da diverse "mega-fusioni" avvenute a partire dal 2023, tra cui spiccano le acquisizioni strategiche di Marathon Oil da parte di ConocoPhillips per 17 miliardi di dollari e di Hess Corp. da parte di Chevron per 53 miliardi di dollari. Queste operazioni mirano ad espandere la capacità produttiva, ma il calo dei prezzi del petrolio sta costringendo le aziende a tagliare i costi attraverso licenziamenti su larga scala.

A settembre 2025, ConocoPhillips ha annunciato l'intenzione di ridurre la propria forza lavoro globale fino al 25%, corrispondente a circa 3.250 dipendenti, a seguito dell'acquisizione di Marathon Oil. L'azienda ha registrato un calo del 15% nei profitti del secondo trimestre, scesi a 2 miliardi di dollari, con un prezzo medio realizzato del greggio statunitense intorno ai 64 dollari al barile. Anche Chevron ha comunicato piani per una riduzione della forza lavoro fino al 20% entro il 2026, con potenziali ripercussioni su 9.000 dipendenti, dopo aver già effettuato tagli nel Permian Basin e in California.

L'amministrazione Trump ha promosso politiche volte ad accelerare le concessioni di petrolio e gas e a facilitare l'accesso ai terreni federali per l'esplorazione. Tuttavia, nonostante queste iniziative volte a stimolare la produzione di combustibili fossili, le aziende che hanno investito massicciamente in acquisizioni stanno affrontando sfide legate alla redditività. L'aumento della produzione da parte dell'OPEC+ ha contribuito a un calo dei prezzi internazionali del petrolio di circa il 12% quest'anno, portandoli appena sopra i livelli di pareggio per molte compagnie petrolifere statunitensi.

Il numero di piattaforme di perforazione attive negli Stati Uniti è diminuito di circa 69 unità quest'anno, attestandosi a 414, secondo Baker Hughes. Questo calo riflette un passaggio da un approccio di perforazione aggressiva a uno più cauto, con molti produttori statunitensi che attendono prezzi del petrolio più alti, tra i 70 e i 75 dollari al barile, per riprendere le operazioni. La tendenza al ribasso dei prezzi del petrolio, aggravata dall'aumento della produzione dell'OPEC+, sta determinando profitti persistentemente bassi per molte aziende statunitensi e piani di spesa cauti per il prossimo futuro.

Le mega-fusioni, come l'acquisizione di Hess Corp. da parte di Chevron, pur rafforzando la posizione di mercato, comportano anche una razionalizzazione della forza lavoro per raggiungere sinergie operative. L'industria dei servizi petroliferi sta subendo una pressione sui prezzi a causa della riduzione del numero di clienti. L'industria petrolifera statunitense sta attraversando una fase di profonda trasformazione, caratterizzata da tagli di posti di lavoro, consolidamento e una maggiore cautela nella spesa, con un focus sulla disciplina del capitale e sul ritorno per gli azionisti.

Fonti

  • ScenariEconomici.it

  • CNBC

  • Reuters

  • The Wall Street Journal

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