Gli Stati Uniti stanno aumentando significativamente la loro presenza militare nella regione caraibica, dispiegando aerei moderni come l'F-35B, il convertiplano V-22 Osprey, elicotteri, oltre a cacciatorpediniere, navi d'assalto anfibie e un sottomarino nucleare. Queste forze sono di stanza presso l'ex base navale di Roosevelt Roads a Porto Rico, che rappresenta il più grande dispiegamento di truppe americane nella regione dagli anni '80, con oltre 4.500 soldati. L'operazione fa parte di un'operazione più ampia lanciata a fine agosto 2025. Washington cita ufficialmente la lotta al narcotraffico e all'instabilità regionale come motivo di tali azioni, ma viene vista come un tentativo di aumentare la pressione sul governo di Nicolás Maduro in Venezuela.
In risposta, il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha annunciato la mobilitazione di oltre quattro milioni di membri della Milizia Nazionale Bolivariana per difendere l'integrità territoriale, la sovranità e la pace del Paese. L'esercito venezuelano sta conducendo un'esercitazione su larga scala sull'isola di La Orquilla, denominata "Piano Independencia 200", che include manovre aeree, navali e terrestri per dimostrare la propria prontezza alla difesa. Le manovre, che si estendono su 284 "fronti", mirano a proteggere la sovranità del Venezuela dalle operazioni statunitensi.
La regione caraibica è diventata un potenziale focolaio in cui qualsiasi incidente potrebbe sfociare in un conflitto più ampio. Le tensioni sono aumentate dopo che due aerei da guerra venezuelani hanno sorvolato una nave della Marina statunitense in acque internazionali, aggravando ulteriormente la situazione regionale. Il Venezuela ha recentemente accusato la Marina statunitense di essere salita a bordo illegalmente di un peschereccio venezuelano, dove personale militare statunitense era di stanza per otto ore, interferendo con i pescatori locali. Queste azioni, secondo il Venezuela, mirano a provocare un'escalation e a giustificare l'ingerenza negli affari interni del Paese. Gli Stati Uniti hanno precedentemente attaccato una nave nel Mar dei Caraibi che, a loro dire, era collegata al cartello della droga Tren de Aragua. Caracas nega queste accuse e considera illegali le operazioni statunitensi.
L'aumento della presenza militare statunitense nei Caraibi ha un impatto significativo sulla sicurezza energetica della regione. Qualsiasi interruzione dell'approvvigionamento di prodotti petroliferi dal Venezuela potrebbe costringere gli importatori a cercare fonti alternative, il che aumenterebbe la concorrenza sui mercati globali. La situazione evidenzia anche rivalità geopolitiche, in cui il Venezuela è visto come un trampolino di lancio per l'influenza russa e cinese nell'emisfero occidentale. La mancanza di relazioni diplomatiche formali tra Washington e Caracas aumenta i rischi di escalation, e i disaccordi sulla legittimità del governo di Maduro e sull'azione degli Stati Uniti contro i cartelli della droga mantengono la regione in stato di massima allerta.