Il Trattato sull'Alto Mare Entra in Vigore nel 2026 per Salvaguardare la Biodiversità Marina

Modificato da: Татьяна Гуринович

Il Trattato sull'Alto Mare, un accordo fondamentale per la protezione della biodiversità negli oceani internazionali, entrerà in vigore il 17 gennaio 2026. Questo storico accordo, ratificato da 60 nazioni con il recente contributo del Marocco, stabilisce un quadro giuridico vincolante per la conservazione e l'uso sostenibile degli ecosistemi marini al di là delle giurisdizioni nazionali. Le acque internazionali, che coprono circa due terzi degli oceani globali, sono state a lungo prive di una governance completa, rendendole vulnerabili a minacce come la pesca eccessiva, il cambiamento climatico e l'estrazione mineraria in acque profonde.

L'accordo, formalmente noto come Accordo ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare sulla Conservazione e l'Uso Sostenibile della Biodiversità Marina delle Aree al di fuori della Giurisdizione Nazionale (Accordo BBNJ), è il risultato di quasi due decenni di negoziati. Mira a fornire strumenti essenziali per contrastare la perdita di biodiversità e il degrado degli oceani, consentendo la creazione di aree marine protette (AMP) nelle acque internazionali e garantendo valutazioni di impatto ambientale per le attività umane pianificate. Inoltre, promuove l'equità per i paesi in via di sviluppo attraverso un maggiore accesso alla conoscenza, al trasferimento tecnologico e alla condivisione dei benefici derivanti dalle risorse genetiche marine.

Figure di spicco come Johan Bergenas, Senior Vice President per gli Oceani del World Wildlife Fund (WWF), hanno sottolineato l'urgenza di una tale struttura, definendo l'alto mare come "la più grande scena del crimine del mondo; non è gestito, non è applicato e c'è assolutamente bisogno di una struttura giuridica normativa". Allo stesso modo, la rinomata oceanografa Sylvia Earle ha avvertito che, sebbene la ratifica sia un passo positivo, "questo è un punto di sosta, non il punto finale. Se continuiamo a usare gli oceani come una discarica, il pericolo più grande ci attende ancora". Il Ministro del Cambiamento Climatico di Vanuatu, Ralph Regenvanu, ha evidenziato l'importanza del trattato per le piccole nazioni insulari, affermando: "Tutto ciò che colpisce l'oceano colpisce anche noi".

Nonostante l'entusiasmo per questo traguardo, permangono delle sfide. L'efficacia del trattato dipenderà in modo critico dall'impegno e dall'attuazione completa da parte di tutte le principali nazioni marittime. Attualmente, attori globali significativi come gli Stati Uniti, la Cina, la Russia e il Giappone non hanno ancora ratificato pienamente l'accordo, con alcuni che hanno firmato ma non sono legalmente vincolati, mentre altri non partecipano attivamente. L'esclusione o la mancata piena adesione di queste potenze potrebbe indebolire l'impatto del trattato, come avvertono alcuni esperti. Ad esempio, Guillermo Crespo, esperto di alto mare presso l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, ha osservato che "se le principali nazioni di pesca come Cina, Russia e Giappone non aderiranno, potrebbero minare le aree protette".

Il trattato è anche fondamentale per raggiungere gli obiettivi globali di biodiversità e climatici, incluso l'obiettivo "30x30" del Quadro Globale per la Biodiversità di Kunming-Montreal, che mira a proteggere il 30% della terra e del mare del pianeta entro il 2030. L'oceano assorbe una quantità significativa di anidride carbonica dall'atmosfera e svolge un ruolo cruciale nella regolazione del clima terrestre. Tuttavia, la biodiversità delle acque internazionali è vulnerabile agli impatti del cambiamento climatico, come l'acidificazione degli oceani e l'aumento delle temperature. L'implementazione del trattato rappresenta un'opportunità per rallentare questi processi e avere un impatto positivo sul riscaldamento globale, preservando ecosistemi che catturano e immagazzinano anidride carbonica, un processo noto come "carbonio blu". L'entrata in vigore del trattato, prevista per il 17 gennaio 2026, segna un passo avanti significativo, ma la vera prova della sua efficacia risiederà nella trasformazione delle promesse in azioni concrete e nella cooperazione globale per garantire un futuro sostenibile per i nostri oceani.

Fonti

  • NTV

  • Euronews

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