Ricercatori della Soochow University in Cina hanno sviluppato celle solari a perovskite che convertono il 42% della luce ambientale indoor in elettricità, un traguardo significativo per l'alimentazione di dispositivi connessi. La nuova tecnica, denominata "hybrid-interlocked self-assembled monolayer", migliora l'adesione tra il monostrato e il substrato di ossido di indio-stagno, portando a un'efficienza di conversione del 42% in condizioni di luce indoor.
Queste celle hanno dimostrato una notevole stabilità, funzionando continuamente per oltre 6.000 ore. Nei test di laboratorio, sono state in grado di alimentare dispositivi come LED e display per etichette elettroniche utilizzando solo la luce di una lampada da scrivania. Questo progresso è particolarmente rilevante per l'Internet of Things (IoT), dove molti dispositivi come sensori e wearable richiedono un'alimentazione costante ma a basso consumo.
Il team di Soochow University ha superato le sfide intrinseche delle celle a perovskite, come la durata limitata e la sensibilità ambientale, grazie a innovazioni nella tecnica di auto-assemblaggio. Questo non solo ha aumentato l'efficienza di conversione, ma ha anche migliorato la stabilità del dispositivo, un fattore cruciale per l'adozione commerciale. Rispetto alle celle solari a perovskite tradizionali che raggiungono circa il 30% di conversione solare con una durata di circa 30 mesi, e ai pannelli in silicio comuni che offrono una conversione del 20-25% con una durata di oltre 30 anni, questa nuova generazione di celle a perovskite indoor rappresenta un salto qualitativo per le applicazioni indoor.
La ricerca si allinea con le tendenze globali verso soluzioni energetiche più pulite e sostenibili. L'innovazione cinese apre nuove prospettive per un futuro in cui gli ambienti interni siano alimentati da fonti energetiche pulite e onnipresenti, riducendo l'impatto ambientale e aprendo la strada a una nuova era di dispositivi elettronici autonomi.