Il Presidente Donald Trump ha annunciato l'intenzione di rivelare "scoperte epocali" che collegherebbero l'uso di Tylenol (acetaminofene) durante la gravidanza e bassi livelli di folati allo sviluppo dell'autismo nei bambini. L'annuncio, previsto per lunedì dall'Ufficio Ovale, mira a presentare l'acido folinico come potenziale trattamento, definendolo una "risposta all'autismo". Questa dichiarazione, fatta durante una cerimonia in onore di Charlie Kirk, ha immediatamente acceso un acceso dibattito nella comunità scientifica e sanitaria.
Le affermazioni del Presidente contrastano nettamente con la posizione consolidata di Kenvue, produttore di Tylenol, e di numerose autorità sanitarie. Kenvue ha ribadito che oltre un decennio di ricerche rigorose, validate da esperti medici e organizzazioni sanitarie globali, non ha riscontrato alcuna prova credibile di un legame tra l'acetaminofene e l'autismo. L'azienda sottolinea che l'acetaminofene è ampiamente considerato sicuro per l'uso durante la gravidanza, se utilizzato secondo le indicazioni, e che le linee guida mediche supportano questa posizione. L'American College of Obstetricians and Gynecologists ha anch'esso affermato che non esiste una connessione causale provata tra Tylenol e autismo, incoraggiando le pazienti in gravidanza a non evitare l'acetaminofene inutilmente.
Parallelamente, la ricerca scientifica ha esplorato il ruolo dei folati nello sviluppo neurologico. Studi indicano che la supplementazione di acido folinico, una forma attiva di folato, può migliorare alcuni sintomi dell'autismo, in particolare nella comunicazione e nell'interazione sociale, specialmente in bambini con specifici autoanticorpi che possono ostacolare l'assorbimento del nutriente. Tuttavia, questi studi sono spesso di piccola scala e i benefici sembrano essere più pronunciati in sottogruppi specifici di bambini. La comunità scientifica rimane cauta, evidenziando la necessità di ulteriori ricerche per confermare questi risultati e comprenderne appieno i meccanismi.
L'amministrazione Trump ha citato studi che suggeriscono una possibile correlazione tra l'uso di paracetamolo in gravidanza e un aumentato rischio di autismo, sebbene molti di questi studi non stabiliscano un nesso causale diretto. Analisi più ampie, come uno studio di coorte svedese pubblicato su JAMA, non hanno trovato un legame causale tra l'uso di paracetamolo in gravidanza e disturbi del neurosviluppo come l'autismo, una volta controllati i fattori familiari e ambientali. Questi studi suggeriscono che le associazioni osservate in ricerche precedenti potrebbero essere attribuibili a fattori confondenti.
L'annuncio presidenziale solleva questioni cruciali sull'impatto delle politiche sanitarie e sulla diffusione delle informazioni relative alla ricerca sull'autismo. Mentre il Presidente Trump esprime una forte convinzione nelle sue scoperte, la maggior parte degli esperti sanitari e delle organizzazioni scientifiche sottolinea la mancanza di prove conclusive e invita alla prudenza, ribadendo che l'acetaminofene rimane un'opzione terapeutica raccomandata per il sollievo dal dolore e dalla febbre durante la gravidanza, sotto supervisione medica. La discussione evidenzia la complessità della ricerca sull'autismo, un disturbo influenzato da molteplici fattori, e l'importanza di basare le raccomandazioni sanitarie su solide evidenze scientifiche.