Le tensioni tra Stati Uniti e Venezuela hanno raggiunto un nuovo picco, con un'escalation di azioni militari e un inasprimento delle accuse reciproche.
In una mossa strategica volta a contrastare i cartelli della droga in America Latina, gli Stati Uniti hanno dispiegato tre cacciatorpediniere lanciamissili Aegis nelle acque vicine al Venezuela. Questa iniziativa rientra nella più ampia strategia dell'amministrazione Trump di militarizzare la lotta contro il narcotraffico, con circa 4.000 marinai e marine americani impegnati in operazioni nella regione caraibica per diversi mesi. Parallelamente, Washington ha raddoppiato la ricompensa per informazioni che portino all'arresto del presidente venezuelano Nicolás Maduro, portandola a 50 milioni di dollari.
Il procuratore generale americano, Pam Bondi, ha accusato Maduro di collaborare con trafficanti di droga, definendolo una minaccia alla sicurezza nazionale. Le accuse includono il presunto coinvolgimento di Maduro nel "Cartel de los Soles" e la facilitazione del traffico di cocaina con fentanyl verso gli Stati Uniti. A sostegno di queste affermazioni, gli Stati Uniti hanno sequestrato beni per oltre 700 milioni di dollari legati a Maduro, tra cui jet privati, veicoli di lusso, proprietà immobiliari in Florida e nella Repubblica Dominicana, yacht e una tenuta per l'allevamento di cavalli.
In risposta a queste azioni, il presidente Maduro ha annunciato la mobilitazione di oltre 4,5 milioni di membri della milizia per garantire la sicurezza del territorio nazionale. Questa vasta mobilitazione, descritta dal governo venezuelano come una misura difensiva contro le "minacce stravaganti, bizzarre e oltraggiose" degli Stati Uniti, mira a rafforzare la sovranità nazionale. Le unità della milizia venezuelana sono state dispiegate nel Mar dei Caraibi, considerato dal Ministro dell'Interno venezuelano come territorio nazionale.
Nonostante queste pressioni, Maduro, che ha ottenuto una rielezione nel 2024 contestata da Washington e da altri organismi internazionali, rimane al potere. La situazione riflette un profondo e persistente disaccordo tra le due nazioni, incentrato sulle accuse di traffico di droga e sulla legittimità politica. L'amministrazione Trump ha etichettato cartelli come il Sinaloa, il Jalisco New Generation Cartel e il venezuelano Tren de Aragua come organizzazioni terroristiche globali, conferendo alle agenzie statunitensi poteri ampliati per colpire le loro reti finanziarie e autorizzare l'uso di risorse militari. La risposta del Venezuela, con la mobilitazione delle sue milizie, sottolinea la determinazione del governo a difendere la propria sovranità di fronte a quella che percepisce come un'aggressione esterna, evidenziando un quadro geopolitico sempre più complesso nella regione.