ONU: Approvata all'unanimità la risoluzione sui diritti degli Rohingya in Myanmar

Modificato da: Iryna Balihorodska blgka

Mercoledì 19 novembre 2025 ha segnato un momento significativo: la Terza Commissione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato all'unanimità la risoluzione annuale relativa alla drammatica situazione dei diritti umani che affligge i musulmani Rohingya e altre minoranze in Myanmar. Questo documento, co-sponsorizzato dall'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OCI) e dall'Unione Europea (UE), ha raccolto il sostegno di ben 105 paesi co-sponsori. Tale adesione massiccia evidenzia il perdurante e solido consenso internazionale sulla gravità della crisi umanitaria in corso.

La risoluzione ribadisce con forza la profonda preoccupazione per le continue violazioni dei diritti umani nello stato di Rakhine. Sottolinea, inoltre, le persecuzioni mirate subite dalla comunità Rohingya. Il testo evidenzia chiaramente le restrizioni che ostacolano la consegna degli aiuti umanitari essenziali. Viene anche menzionata la costante fuoriuscita di membri della comunità verso il Bangladesh e le nazioni limitrofe. Dal 2017, anno in cui l'escalation del conflitto ha innescato spostamenti di massa, il Bangladesh ha accolto oltre 1,3 milioni di rifugiati Rohingya, ponendo un notevole fardello socio-economico sulle comunità ospitanti.

Tra gli attori istituzionali chiave in questo processo figurano la Terza Commissione dell'Assemblea Generale dell'ONU, l'OCI con il suo quartier generale a Gedda, Arabia Saudita, e l'Unione Europea. Il Bangladesh, attraverso la sua Rappresentanza Permanente presso le Nazioni Unite, ha svolto un ruolo attivo, informando costantemente sulla posizione nazionale e partecipando alle consultazioni diplomatiche relative alla risoluzione.

Questa risoluzione, adottata ogni anno dal 2017, mette nuovamente in luce la mancanza di progressi concreti negli ultimi otto anni per garantire un ritorno sicuro e sostenibile dei rifugiati verso la loro terra d'origine. La delegazione del Bangladesh ha espresso apertamente la propria delusione per il fatto che, nonostante gli sforzi diplomatici profusi, non si siano visti cambiamenti reali nella questione del rimpatrio in Myanmar.

La situazione umanitaria si aggrava ulteriormente a causa di una grave carenza di finanziamenti che ha colpito il Piano Congiunto di Risposta per il 2025. Questo deficit ha portato recentemente alla razionalizzazione delle forniture alimentari nei campi profughi. Storicamente, le persecuzioni contro i Rohingya da parte delle forze armate e della polizia del Myanmar si sono intensificate in seguito agli attacchi dell'Esercito di Salvezza Rohingya dell'Arakan (ARSA) nel 2016 e 2017. Questi eventi hanno causato la fuga di circa un milione di persone, dirette prevalentemente verso il Bangladesh, dove si trova il vasto campo di Kutupalong.

Il testo della risoluzione esorta la comunità internazionale a mantenere un impegno costante. L'obiettivo è assicurare che la ripatiazione dei Rohingya avvenga in condizioni di sicurezza, dignità e sostenibilità. L'Assemblea Generale ha inoltre stabilito che nel corso del 2025 si terrà una conferenza di alto livello. Questa conferenza sarà dedicata a una revisione della crisi e alla formulazione di soluzioni durature. Sebbene l'adozione per consenso della risoluzione segnali una persistente solidarietà internazionale, la dichiarazione del Bangladesh sottolinea l'urgenza di passare dalle mere dichiarazioni diplomatiche a passi pratici per risolvere questo annoso problema degli sfollati.

Fonti

  • The Daily Star

  • The Business Standard

  • BSS

  • Observer Online

  • COMPAS

  • Arab News

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