Le forze armate israeliane hanno designato Gaza City come "zona di combattimento pericolosa" il 29 agosto 2025, portando alla sospensione delle pause umanitarie precedentemente stabilite per la consegna di aiuti. Questa decisione si inserisce nell'ambito dell'offensiva israeliana volta a smantellare Hamas e a recuperare gli ostaggi.
La sospensione delle "pause tattiche" ha suscitato preoccupazioni internazionali riguardo all'impatto sulla popolazione civile. Le Nazioni Unite hanno avvertito che un'invasione su vasta scala potrebbe dimezzare la capacità ospedaliera di Gaza, aggravando ulteriormente la già critica situazione sanitaria. Prima di questa dichiarazione, i bombardamenti israeliani su Gaza City si erano intensificati, causando almeno 16 vittime palestinesi e numerosi feriti, con conseguente sfollamento di massa della popolazione civile verso la costa.
L'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) ha espresso profonda preoccupazione, sottolineando il grave stato di malnutrizione tra i bambini di Gaza City. Secondo i dati più recenti dell'UNRWA, quasi un bambino su tre a Gaza City è malnutrito, un dato in drammatico aumento rispetto a prima del collasso del cessate il fuoco. In generale, la malnutrizione infantile a Gaza ha visto un aumento del 300% negli ultimi sei mesi.
Il bilancio del conflitto, aggiornato al 29 agosto 2025, indica oltre 62.000 vittime palestinesi. L'Integrated Food Security Phase Classification (IPC) ha dichiarato che Gaza City è attanagliata dalla fame, con condizioni che colpiscono oltre mezzo milione di persone, e si prevede che queste condizioni si estenderanno ad altre aree di Gaza nelle prossime settimane.
La situazione negli ospedali di Gaza è descritta come "catastrofica", con strutture che operano ben oltre la loro capacità. Alcuni ospedali funzionano al 250% della loro capacità, mentre altri superano il 300%. La carenza di medicinali e consumabili critici è all'80%, con stock pari a zero per il 52% dei medicinali e il 68% dei consumabili. Le Nazioni Unite hanno avvertito che la distruzione di infrastrutture critiche ha lasciato la maggior parte della popolazione palestinese senza un luogo sicuro e con accesso limitato a cibo, acqua potabile e servizi medici salvavita.