La Commissione Europea si prepara ad accelerare la riduzione delle importazioni di combustibili fossili dalla Russia, annunciando l'imminente presentazione di un diciannovesimo pacchetto di sanzioni. Questa iniziativa segue una conversazione tra la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con l'obiettivo di intensificare la pressione economica su Mosca.
Durante il colloquio, definito "costruttivo", i leader hanno discusso del rafforzamento degli sforzi congiunti per aumentare la pressione economica sulla Russia attraverso misure aggiuntive. La Presidente von der Leyen ha evidenziato come l'economia di guerra russa sia finanziata dalle entrate derivanti dalla vendita di combustibili fossili, alimentando così il conflitto in Ucraina. Di conseguenza, la Commissione Europea proporrà un'accelerazione del piano di uscita dalle importazioni di energia russa. Attualmente, l'UE ha un piano in vigore che prevede la cessazione completa delle importazioni di gas russo entro il 2028 e delle importazioni di petrolio entro la fine del 2027. Tuttavia, i dati del 2024 indicano che le forniture di gas russo rappresentavano ancora quasi il 19% delle importazioni totali dell'UE, mentre circa 13 milioni di tonnellate di petrolio greggio russo sono entrate nel mercato europeo.
L'UE ha significativamente ridotto la sua dipendenza dall'energia russa, con le importazioni di gas via gasdotto diminuite di oltre il 90% dal 2021. Nonostante ciò, continua ad acquistare gas naturale liquefatto (GNL), prodotti petroliferi e uranio arricchito dalla Russia per miliardi di euro all'anno. La discussione ha anche toccato la questione della cooperazione tra gli alleati della NATO. Il Presidente Trump ha espresso la sua disponibilità a imporre sanzioni più severe contro la Russia, ma solo a condizione che tutti gli alleati della NATO cessino gli acquisti di energia russa. Questa posizione evidenzia le diverse dipendenze energetiche all'interno dell'alleanza, con paesi come Turchia, Ungheria e Slovacchia che mantengono legami energetici significativi con la Russia.
La Turchia, in particolare, è emersa come un importante importatore di petrolio greggio russo, con alcune raffinerie che dipendono in modo preponderante da questa fonte. La Turchia ha aumentato la sua dipendenza dal petrolio greggio russo via mare, con una parte significativa dei prodotti petroliferi raffinati che viene poi esportata verso i paesi del G7+. Il diciannovesimo pacchetto di sanzioni, che si prevede includa misure contro le banche russe, il settore energetico e l'uso delle criptovalute per eludere le restrizioni esistenti, è stato inizialmente ritardato a causa di negoziati interni. La proposta di accelerare l'uscita dai combustibili fossili russi segnala un'intenzione di aumentare la pressione economica su Mosca, in linea con le richieste di maggiore fermezza da parte degli Stati Uniti. L'UE ha già imposto un divieto sull'importazione di carbone e sulla maggior parte del petrolio greggio russo, oltre a sanzioni finanziarie contro banche, società e individui russi, e un tetto al prezzo del petrolio russo.