Il Regno Unito, il Canada e l'Australia hanno formalmente riconosciuto lo Stato di Palestina, un'iniziativa diplomatica di rilievo volta a rivitalizzare le prospettive di una soluzione a due Stati e a promuovere una pace duratura in Medio Oriente. Questo passo coordinato, annunciato il 21 settembre 2025, segna un momento cruciale nelle relazioni internazionali relative al conflitto israelo-palestinese. Il Primo Ministro britannico, Keir Starmer, ha definito la decisione un imperativo morale, sottolineando la grave situazione umanitaria a Gaza e le ostilità in corso, affermando che Hamas, descritta come un'"organizzazione terroristica brutale", non dovrà avere alcun ruolo futuro in Palestina.
Il riconoscimento da parte di questi tre importanti alleati occidentali rappresenta un'inversione di tendenza rispetto a decenni di riluttanza ad accogliere la statualità palestinese prima di un accordo complessivo sul conflitto. Questo cambiamento riflette una crescente preoccupazione riguardo alle azioni di Israele, in particolare la guerra a Gaza e l'espansione degli insediamenti in Cisgiordania. Il Primo Ministro australiano, Anthony Albanese, ha dichiarato che la mossa di Canberra riconosce le legittime aspirazioni del popolo palestinese a un proprio Stato. Analogamente, il Primo Ministro canadese Mark Carney ha espresso che il Canada riconosce lo Stato di Palestina e offre la sua collaborazione per costruire un futuro pacifico per entrambe le nazioni.
La decisione ha suscitato critiche da parte di Israele, con il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir che ha suggerito che tale riconoscimento richiederebbe contromisure immediate, inclusa l'annessione della Cisgiordania. Anche il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso forte opposizione, affermando che uno Stato palestinese metterebbe in pericolo l'esistenza di Israele e promettendo di combattere tali richieste all'ONU. Gli Stati Uniti hanno anch'essi espresso riserve, con il loro Ambasciatore in Israele che ha suggerito che il riconoscimento potrebbe non essere utile al conflitto.
Gli esperti notano che, sebbene oltre 140 Stati membri dell'ONU riconoscano già la Palestina, le azioni di Regno Unito, Canada e Australia, in quanto economie del G7 e tradizionali alleati di Israele, hanno un peso politico significativo. Questo sforzo coordinato mira a isolare Hamas e a contestare le politiche del governo israeliano che ostacolano la possibilità di una patria palestinese. Il riconoscimento è visto da alcuni come una mossa strategica per rafforzare coloro che cercano la coesistenza pacifica e la fine di Hamas, piuttosto che una ricompensa per il terrorismo.
La comunità internazionale più ampia, inclusa la Francia, considera sempre più la soluzione a due Stati come l'unica via praticabile. La tempistica di questi annunci, in concomitanza con l'ONU, sottolinea uno sforzo internazionale concertato per infondere nuovo slancio al processo di pace in mezzo alle crescenti tensioni regionali e a una grave crisi umanitaria a Gaza. Il riconoscimento è inoltre legato agli impegni dell'Autorità Palestinese riguardo alle riforme di governo e alle future elezioni, escludendo Hamas. Questa iniziativa diplomatica evidenzia una crescente divergenza nella politica estera occidentale riguardo al conflitto israelo-palestinese, potenzialmente rimodellando le dinamiche regionali e l'impegno internazionale.