La Russia ha formalmente denunciato la Convenzione Europea per la Prevenzione della Tortura e delle Pene o Trattamenti Inumani o Degradanti (CPT). La decisione è stata sancita dalla firma di un decreto presidenziale il 29 settembre 2025, a seguito dell'approvazione unanime del disegno di legge da parte della Duma di Stato il 17 settembre e del suo sostegno da parte del Consiglio della Federazione il 24 settembre. La Russia aveva ratificato la Convenzione CPT nel 1996, con entrata in vigore nel 1998. Questo strumento del Consiglio d'Europa mirava a rafforzare la protezione delle persone private della libertà attraverso visite di esperti indipendenti in luoghi di detenzione. La mossa segue l'uscita della Russia dal Consiglio d'Europa nel marzo 2022, in risposta all'invasione dell'Ucraina, che ha progressivamente limitato la partecipazione del paese ai meccanismi del Consiglio. Dal 2023, la Russia non ha più avuto un rappresentante nel CPT, poiché il Consiglio d'Europa ha bloccato il processo di elezione di un nuovo membro russo, impedendo la piena partecipazione di Mosca. La denuncia della convenzione europea evidenzia una crescente fiducia nelle strutture legislative e costituzionali interne russe per garantire la protezione dei diritti fondamentali. La Russia rimane parte della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura, ratificata nel 1985.
Nonostante il ritiro dalla convenzione europea, le garanzie fondamentali contro la tortura rimangono ancorate nel quadro giuridico interno russo. L'articolo 21 della Costituzione russa sancisce la protezione della dignità personale e proibisce esplicitamente la tortura e altre forme di maltrattamento. Nel 2022, sono state apportate modifiche all'articolo 286 del Codice Penale russo, che hanno chiarito la definizione di "tortura" e rafforzato la responsabilità per la sua applicazione. Eva Merkacheva, membro del Consiglio per i Diritti Umani presso il Presidente della Russia, ha sottolineato che la denuncia non equivale a una legalizzazione della tortura, poiché la legislazione russa continua a vietarla categoricamente. D'altro canto, Sergey Babinets, capo del "Comitato contro la Tortura", vede questa mossa come parte di una tendenza più ampia della Russia a rifiutare gli accordi internazionali e la supervisione esterna, temendo una potenziale riduzione dell'efficacia nel garantire i diritti umani. La Russia ha ratificato la Convenzione CPT nel 1998 e questa è entrata in vigore nel 1998. La denuncia formale è stata firmata dal Presidente Vladimir Putin il 29 settembre 2025.
Le implicazioni di questa denuncia sono oggetto di diverse interpretazioni. Alcuni osservatori ritengono che la mossa sia in gran parte simbolica, dato il peggioramento del quadro dei diritti umani nel paese. Altri temono una potenziale riduzione dell'efficacia nel garantire i diritti umani a causa del rifiuto della supervisione esterna. Tuttavia, la Russia rimane parte della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura, ratificata nel 1985, indicando che l'adesione a standard internazionali in materia di prevenzione della tortura non è stata completamente abbandonata, ma piuttosto riorientata. La decisione sottolinea l'importanza intrinseca e la resilienza dei meccanismi di salvaguardia interni nel promuovere la giustizia e il rispetto della dignità umana.