Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU approva la risoluzione USA sul cessate il fuoco a Gaza e l'invio delle Forze di Stabilizzazione
Modificato da: Татьяна Гуринович
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (CSNU) ha ratificato lunedì 17 novembre 2025 una risoluzione cruciale, promossa dagli Stati Uniti, che sancisce il sostegno internazionale al piano onnicomprensivo del Presidente Donald Trump per la risoluzione del conflitto nella Striscia di Gaza. Il documento, identificato con il numero 2803, è stato approvato con una schiacciante maggioranza. Tredici nazioni hanno votato a favore, mentre nessuna si è espressa contro. La Federazione Russa e la Cina hanno scelto di astenersi dal voto, evitando però di esercitare il loro diritto di veto.
La risoluzione approva formalmente il piano Trump in 20 punti, il quale stabilisce diverse misure immediate e a lungo termine. Tra gli elementi centrali figurano l'immediato cessate il fuoco, lo scambio di prigionieri e delle salme delle vittime, e l'istituzione delle Forze Internazionali di Stabilizzazione (FIS).
Queste forze multinazionali di stabilizzazione sono destinate a includere contingenti provenienti da diversi Paesi, tra cui Egitto, Indonesia e Pakistan. Il loro mandato è estremamente delicato e comprende compiti di vitale importanza per la regione. Essi dovranno garantire la sicurezza dei confini della Striscia, proteggere la popolazione civile, facilitare le operazioni umanitarie e, aspetto fondamentale, procedere al disarmo dei gruppi paramilitari, incluso Hamas, e allo smantellamento delle loro infrastrutture militari.
Accogliendo con favore questa svolta diplomatica, il Segretario Generale dell'ONU, António Guterres, ha immediatamente sottolineato l'urgenza di tradurre la decisione in azioni pratiche e concrete. Guterres ha posto l'accento sull'importanza critica di incrementare senza indugio i volumi di aiuti umanitari, che rimangono drammaticamente insufficienti dopo due anni di conflitto. Ha inoltre insistito sulla rapida transizione alla seconda fase del piano Trump: l'avvio di un processo politico mirato al raggiungimento di una soluzione duratura basata sulla creazione di due Stati, uno per Israele e uno per la Palestina.
Gli Stati Uniti, per voce del loro Rappresentante Permanente presso l'ONU, Mike Waltz, hanno definito l'adozione della risoluzione un passo significativo verso la stabilità e la sicurezza regionale. Nonostante l'ampio sostegno internazionale, che include una dichiarazione congiunta di otto Paesi a maggioranza musulmana, il piano ha incontrato la ferma opposizione di Hamas. Il gruppo radicale ha dichiarato che la risoluzione impone una tutela internazionale e che il dispiegamento di forze internazionali con un mandato di disarmo ne compromette la neutralità.
Da parte sua, Israele, tramite l'Ambasciatore Dani Danon, ha ribadito che il disarmo di Hamas rimane una condizione imprescindibile. Tuttavia, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu aveva precedentemente espresso dubbi sulla reale attuabilità delle condizioni più rigide previste dal piano. Un elemento di compromesso è stato mantenuto nel testo della risoluzione, ovvero la formulazione che contempla la possibilità della creazione di uno Stato palestinese in futuro. La gestione provvisoria della Striscia di Gaza, in attesa del completamento delle riforme da parte dell'Autorità Palestinese, sarà affidata a un “Consiglio di Pace” che, secondo le previsioni del piano, potrebbe essere guidato dallo stesso Donald Trump.
Il mandato del Consiglio di Pace e delle Forze di Stabilizzazione è autorizzato a rimanere in vigore fino alla fine del 2027. Il processo di costituzione delle FIS, che potrebbe richiedere diversi mesi, è destinato ad accelerare ora che il Consiglio di Sicurezza ha dato il suo benestare. Questa decisione rappresenta una notevole vittoria diplomatica per l'amministrazione Trump, confermando il supporto internazionale alla sua visione per la pace in Medio Oriente.
Fonti
Reuters
Reuters
Reuters
Le Monde
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