Innovazione nel denim PURE.TECH di Stella McCartney: la moda rigenerativa come nuovo orizzonte

Modificato da: Екатерина С.

Durante la Settimana della Moda di Parigi, in occasione della presentazione della sua collezione Primavera/Estate 2026, la stilista Stella McCartney ha svelato un tessuto assolutamente rivoluzionario: il denim PURE.TECH. Questo materiale non è concepito semplicemente come un capo d'abbigliamento, ma si propone come un elemento attivo capace di catturare e neutralizzare gli inquinanti atmosferici, tra cui gli ossidi di azoto (NOₓ) e l'anidride carbonica (CO₂). L'integrazione di simili innovazioni nel campo della scienza dei materiali all'interno dell'alta moda apre scenari inediti per la relazione tra l'essere umano e l'ambiente circostante.

La tecnologia PURE.TECH, sviluppata originariamente a Barcellona, si basa sui principi fondamentali della fotocatalisi e della catalisi, processi chimici che trasformano le sostanze nocive presenti nell'aria in composti inerti e innocui. I test di laboratorio hanno dimostrato in modo inequivocabile che anche un campione di tessuto di dimensioni ridotte è in grado di diminuire significativamente la concentrazione di CO₂ e NOₓ nell'arco di dieci ore. Aldo Sollazzo, Amministratore Delegato di PURE.TECH, aveva precedentemente espresso l'obiettivo di fondere design, scienza dei materiali e produzione avanzata, un traguardo che ora trova una chiara manifestazione sulle passerelle. La chimica PURE.TECH non è limitata al denim, potendo essere applicata a diverse superfici, inclusi accessori e calzature, ed è già stata certificata secondo standard rigorosi come LEED, BREEAM e la marcatura CE dell'Unione Europea.

Oltre alle sue eccezionali proprietà depurative dell'aria, la produzione del denim PURE.TECH si distingue per un approccio estremamente attento alla gestione delle risorse idriche. Rispetto ai metodi tradizionali di confezionamento di capi in jeans, storicamente noti per essere una delle maggiori fonti di inquinamento idrico nel settore, questo processo richiede fino al 30% in meno di acqua. A ciò si aggiunge il fatto che il materiale è stato progettato tenendo in considerazione il suo intero ciclo di vita: è infatti completamente biodegradabile, contribuendo così a ridurre notevolmente il carico sui sistemi di smaltimento dei rifiuti.

McCartney ha impiegato questo tessuto sostenibile in una varietà di creazioni, tra cui abiti, jeans e accessori, definendo un nuovo paradigma per l'industria: quello della moda funzionale e rigenerativa. Questo passo non rappresenta il primo tentativo del marchio di utilizzare materiali attivi; in precedenza, nella collezione Inverno 2024, erano state introdotte borse con rivestimento Airlite, capace di degradare inquinanti e batteri grazie all'azione combinata di luce e umidità. L'adozione di PURE.TECH sposta l'attenzione dal semplice contenimento dei danni ambientali a una vera e propria azione di risanamento dello spazio intorno a chi indossa il capo. Quando l'abbigliamento diventa parte della soluzione, anziché del problema, si riflette una comprensione più profonda dell'interconnessione tra le scelte individuali e il benessere collettivo.

Fonti

  • Marie Claire

  • greenMe

  • Sustainability Magazine

  • Faz Fashion

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