I Marchi di Moda Languono nella Decarbonizzazione delle Catene di Approvvigionamento

Modificato da: Екатерина С.

Un recente rapporto di Fashion Revolution, intitolato "What Fuels Fashion? 2025", evidenzia le scarse prestazioni climatiche globali del settore della moda. Lo studio, che analizza 200 dei più grandi marchi di moda con un fatturato combinato superiore a 2,7 trilioni di dollari nel 2025, sottolinea una significativa carenza nell'adozione di tecnologie per il calore pulito nei processi di produzione, nonostante la loro disponibilità.

Il rapporto rivela che solo il 6% dei marchi dichiara sforzi per elettrificare i processi ad alta temperatura e solo il 10% ha stabilito obiettivi di energia rinnovabile per le proprie catene di approvvigionamento. Il punteggio medio dei marchi è sceso dal 18% nel 2024 al 14% nel 2025, indicando un trend in peggioramento. Il "calore pulito", definito come l'uso di energia rinnovabile e priva di combustibili fossili per la produzione, è identificato come il metodo più efficace per la riduzione delle emissioni. H&M Group si distingue con il punteggio più alto del 71%, mentre marchi come Aeropostale e Forever 21 hanno ottenuto un punteggio pari a zero. Esperti come Jan Rosenow, professore di politica energetica e climatica all'Università di Oxford, osservano che le tecnologie per sostituire i combustibili fossili esistono già, ma manca la volontà politica e il finanziamento per scalarle. Sottolinea che l'industria tessile ha il potenziale per abbandonare completamente i combustibili fossili, poiché la temperatura dei processi tecnologici raramente supera i 250°C. Allo stesso tempo, alcune fonti indicano che H&M Group ha già utilizzato il 96% dell'elettricità da fonti rinnovabili nel 2024, con l'obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2030.

La maggior parte delle emissioni del settore della moda, circa l'80%, si verifica all'interno della catena di approvvigionamento, rendendo la decarbonizzazione di questa fase cruciale per il raggiungimento degli obiettivi climatici. Le tecnologie di calore pulito, come le caldaie elettriche e le pompe di calore, sono già disponibili, ma la loro adozione è ostacolata da costi iniziali elevati e dalla complessità delle catene di approvvigionamento globali. La trasparenza rimane una sfida, con solo il 60% dei marchi che divulga informazioni sull'approvvigionamento energetico delle proprie operazioni, e solo l'11% estende questa trasparenza alle proprie catene di approvvigionamento.

L'industria della moda è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di gas serra, e si prevede che queste emissioni aumenteranno se non verranno intraprese azioni significative. La transizione verso un'energia pulita nella produzione tessile non solo ridurrebbe le emissioni, ma migliorerebbe anche la salute dei lavoratori, riducendo lo stress da calore e l'inquinamento indoor. Il rapporto sottolinea inoltre la necessità di un quadro di "Transizione Giusta" per supportare i lavoratori durante questo cambiamento.

Fonti

  • The Times of India

  • What Fuels Fashion? 2025 : Fashion Revolution

  • Second “What Fuels Fashion” report finds big fashion companies unprepared for clean heat

  • Report: Fashion brands are ignoring proven climate fixes

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