Nel settembre del 2025, una scoperta archeologica eccezionale ha illuminato la regione vicino alla città di Barus, in Libano, con l'individuazione di una struttura piramidale di circa 2300 anni.
Le indagini preliminari hanno impiegato tecniche di rilevamento magnetico, un metodo geofisico non invasivo che analizza le variazioni del campo magnetico terrestre per identificare anomalie nel sottosuolo causate da attività umane passate. Queste prospezioni hanno permesso di mappare un'area di tre ettari di terreno agricolo, rivelando la presenza di muri, spazi e una camera. Questi elementi suggeriscono che la piramide fosse parte di un complesso più ampio, potenzialmente legato ad attività agricole e di stoccaggio, integrato nel paesaggio fluviale del Nahr Souss.
La costruzione, realizzata con blocchi di pietra estratti localmente, presenta tracce di occupazione che risalgono fino all'epoca bizantina. L'analisi dei materiali rinvenuti, tra cui grandi giare da stoccaggio e ceramiche romane, indica il ruolo significativo della piramide nell'economia della regione. La sua collocazione e architettura sembrano connesse ai cicli naturali del mare, un elemento storicamente cruciale per le comunità costiere che basavano la loro sussistenza su attività marittime e agricole.
La crescente espansione del turismo a Barus, pur portando vitalità economica, solleva interrogativi sulla preservazione del patrimonio culturale. L'aumento delle costruzioni e degli affitti a breve termine nelle aree archeologiche, come quelle che interessano i siti di Asawir e i sistemi agricoli antichi, sottolinea l'importanza di bilanciare lo sviluppo moderno con la salvaguardia della storia.
Sebbene i rilievi magnetici abbiano identificato diverse anomalie, la piena comprensione delle caratteristiche della piramide richiederà ulteriori indagini. Uno scavo esplorativo preliminare ha portato alla luce una struttura esterna con un design coerente con quello della piramide principale, suggerendo un'affinità stilistica e costruttiva all'interno del complesso. I ricercatori ritengono che l'integrazione di tecniche come il georadar con i rilievi magnetici possa fornire risultati ancora più precisi in futuro.
Ulteriori scavi mirati ai siti principali della piramide saranno fondamentali per chiarire la sua evoluzione, il periodo di utilizzo e le sue funzioni nel corso dei secoli. Queste scoperte offrono una nuova lente attraverso cui osservare lo stile di vita e le attività delle antiche comunità costiere del Libano, evidenziando la profonda connessione tra l'ambiente naturale, le pratiche economiche e le espressioni architettoniche del passato. La loro rivelazione è un invito a considerare come le testimonianze del passato continuino a plasmare la nostra comprensione del presente e a ispirare un approccio più consapevole alla gestione del patrimonio culturale di fronte alle sfide contemporanee.