Una scoperta scientifica rivoluzionaria ha rivelato che una specifica variante genetica, ereditata dai Denisovani, un'antica specie umana estinta, potrebbe aver conferito un significativo vantaggio di sopravvivenza ai primi esseri umani che si stabilirono nelle Americhe.
Questa variante, localizzata nel gene MUC19, è associata alla produzione di proteine mucose, essenziali per la protezione dei tessuti da agenti patogeni e per la funzione immunitaria. La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista Science, evidenzia come questa variante derivata dai Denisovani sia sorprendentemente diffusa tra le popolazioni indigene americane. In particolare, circa un individuo su tre di origine messicana porta questa specifica sequenza genetica, soprattutto nelle regioni del genoma legate all'eredità indigena americana. Questo dato suggerisce che l'adattamento genetico sia stato un fattore cruciale per il successo dei primi umani nell'affrontare gli ambienti sconosciuti del continente americano, potenzialmente migliorando la loro capacità di risposta immunitaria.
L'indagine scientifica ha inoltre messo in luce i complessi schemi di introgressione genetica, il processo attraverso il quale i Denisovani, incrociandosi con i Neanderthal, hanno poi trasmesso questo materiale genetico agli esseri umani moderni. Questo fenomeno di "scambio" genetico tra specie arcaiche e Homo sapiens è stato fondamentale per l'introduzione di nuove variazioni genetiche, accelerando il processo di adattamento evolutivo che altrimenti richiederebbe tempi molto più lunghi. Studi precedenti hanno già indicato che l'introgressione genetica da parte di Neanderthal e Denisovani ha lasciato un'impronta indelebile sul genoma umano moderno, influenzando tratti legati all'immunità, al metabolismo e all'adattamento ambientale.
Tuttavia, questo nuovo studio sottolinea un caso specifico in cui un gene Denisovano è stato trasmesso agli esseri umani attraverso un intermedio Neanderthal, un meccanismo di trasmissione genetica finora inedito. La variante MUC19 Denisovana, infatti, è stata trovata incastonata tra segmenti di DNA tipicamente Neanderthal, quasi come un "sandwich" genetico, evidenziando la natura intricata delle interazioni tra queste antiche popolazioni. La prevalenza di questa variante MUC19 Denisovana nelle popolazioni indigene americane antiche e moderne, come dimostrato dall'analisi di DNA proveniente da siti archeologici e da campioni di popolazioni contemporanee, indica che essa è stata soggetta a una forte selezione naturale. Questo implica che conferisse un vantaggio evolutivo, aiutando i primi migranti a superare le sfide poste da nuovi patogeni e ambienti, un processo che ha plasmato la resilienza e la diversità delle popolazioni umane nel corso di migliaia di anni. La comprensione di queste complesse interazioni genetiche offre una prospettiva illuminante sui meccanismi che hanno permesso alle popolazioni umane di prosperare in contesti ambientali estremamente vari.