Un nuovo studio rivela un legame tra il genere fungino Purpureocillium e il deterioramento cognitivo nella schizofrenia, offrendo nuove potenziali vie terapeutiche.
I ricercatori hanno scoperto che i pazienti schizofrenici al primo episodio, naïve ai farmaci e con livelli più elevati di Purpureocillium, mostravano prestazioni cognitive peggiori, in particolare in attenzione, vigilanza e velocità di elaborazione. Ciò suggerisce un potenziale ruolo di questo fungo nella disfunzione cognitiva associata alla schizofrenia, un disturbo mentale caratterizzato da disturbi del pensiero, delle emozioni e del comportamento.
Lo studio, pubblicato su BMC Psychiatry, ha confrontato 136 pazienti schizofrenici con 92 individui sani, utilizzando la metabolomica e la profilazione genomica fungina. La funzione cognitiva è stata valutata utilizzando la MATRICS Consensus Cognitive Battery (MCCB), una valutazione neuropsicologica standard. Lo studio ha identificato biomarcatori metabolici, come 2-Oxoarginina e N-Acetil-serotonina, collegati sia a Purpureocillium che ai punteggi cognitivi.
Questi metaboliti sono coinvolti nelle vie degli aminoacidi che influenzano la modulazione immunitaria, la neurotrasmissione e lo stress ossidativo, tutti implicati nella schizofrenia. Ulteriori analisi hanno dimostrato che Purpureocillium influisce sui domini cognitivi attraverso meccanismi diretti e indiretti che coinvolgono questi marcatori metabolici. Ciò evidenzia la complessa interazione tra la presenza fungina, il metabolismo e la funzione cerebrale.
Questa ricerca suggerisce che il targeting delle popolazioni fungine o la correzione degli squilibri metabolici potrebbe migliorare i deficit cognitivi nella schizofrenia. Collegando il microbiota fungino, il metabolismo degli aminoacidi e la cognizione, lo studio apre nuove strade per lo sviluppo di biomarcatori e strategie terapeutiche. Ciò potrebbe portare a trattamenti più efficaci per i disturbi cognitivi, una sfida importante nell'assistenza psichiatrica.