Gli astronomi, utilizzando i dati del telescopio spaziale Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), hanno identificato un'imponente onda che attraversa la Via Lattea. Questa vasta struttura, denominata "grande onda", origina dal centro galattico e si propaga verso l'esterno, influenzando il movimento di stelle su distanze di decine di migliaia di anni luce. La dottoressa Eloisa Poggio dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) in Italia ha guidato il team di ricerca che ha effettuato questa scoperta.
La dottoressa Poggio ha descritto la visualizzazione tridimensionale della struttura e il suo comportamento ondulatorio nell'analisi dei moti stellari come particolarmente affascinanti. L'analogia utilizzata per comprendere questo fenomeno è quella di un'onda da stadio, evidenziando come, nonostante le scale temporali galattiche siano immensamente più lunghe, l'osservazione catturi un'istantanea di un movimento collettivo dinamico.
Lo studio si è basato sull'analisi dettagliata delle posizioni e dei movimenti di stelle giovani e di particolari astri chiamati Cefeidi. Questi ultimi, noti per la loro luminosità variabile e prevedibile, fungono da "candele standard" per misurare distanze e movimenti su larga scala. L'analisi dei loro moti ha rivelato questa estesa ondulazione, suggerendo che anche il gas all'interno del disco galattico partecipi a questo movimento.
La grande onda si estende su una porzione significativa del disco galattico, interessando stelle a distanze comprese tra 32.600 e 65.000 anni luce dal centro della Via Lattea. Considerando che la galassia ha un diametro di circa 100.000 anni luce, questa onda abbraccia una frazione considerevole della sua estensione.
Sebbene l'origine esatta di queste perturbazioni galattiche rimanga un mistero, una delle ipotesi più accreditate suggerisce una passata collisione con una galassia nana, un evento che avrebbe potuto innescare un "terremoto cosmico" i cui effetti si propagano ancora oggi. Un'altra possibilità è che questa grande onda sia collegata alla più piccola onda di Radcliffe, scoperta nel 2020. Tuttavia, la dottoressa Poggio chiarisce che l'onda di Radcliffe è di dimensioni notevolmente inferiori, estendendosi per circa 9.000 anni luce, e si trova in una regione diversa del disco galattico.
La scoperta di questa onda galattica rappresenta un'evoluzione naturale delle osservazioni di Gaia, che in precedenza avevano già rivelato nel 2020 che il disco della Via Lattea oscilla nel tempo, simile al movimento di una trottola. I ricercatori prevedono di condurre ulteriori indagini per approfondire la comprensione dell'origine e dell'impatto di queste onde galattiche sulla struttura e sull'evoluzione della Via Lattea. I prossimi rilasci di dati da parte di Gaia, attesi per dicembre 2026, potrebbero fornire ulteriori indizi.
Questo fenomeno ci ricorda che la nostra galassia è un organismo dinamico e in continua trasformazione, molto più viva e turbolenta di quanto si potesse immaginare in precedenza.