La sicurezza marittima nel 2025 richiede un approccio equilibrato, che dia priorità alle dimensioni umane ed ecologiche insieme alle considerazioni economiche. Le strategie tradizionali spesso si concentrano sugli interessi statali ed economici, il che può mettere in pericolo sia la sicurezza ambientale che quella umana, destabilizzando in ultima analisi le regioni marittime.
I principi chiave per affrontare queste sfide includono partecipazione e pluralità, autonomia e capacità di agire, equità e giustizia, nonché coerenza e coordinamento. Questi principi sfidano il dominio delle istituzioni statali e mirano a riequilibrare gli approcci tradizionali enfatizzando le dimensioni umane e ambientali, come evidenziato dalle scienze sociali marine critiche.
Riconoscere i diversi interessi è fondamentale, poiché i diversi stati affrontano la sicurezza marittima in modo diverso. Le 'grandi potenze' possono dare la priorità al dominio strategico, mentre i piccoli stati insulari si concentrano sulla protezione degli ambienti vulnerabili. Le potenze medie bilanciano questi interessi con la stabilità regionale e la sostenibilità ambientale. Questa pluralità richiede una comprensione olistica della sicurezza statale, economica, ambientale e umana per promuovere politiche marittime efficaci nel 2025.
La capacità di agire, o la capacità di agire secondo i propri valori, è essenziale per politiche di sicurezza marittima efficaci. Riconoscere l'autonomia implica riconoscere i diritti e la sovranità tra diversi gruppi. L'equità garantisce una distribuzione equa delle risorse, mentre la giustizia affronta le esigenze dei gruppi vulnerabili. La coerenza e il coordinamento sono vitali per politiche integrate tra i settori, riducendo i rischi e riconciliando le differenze per migliorare la sicurezza marittima nel 2025.