Una scoperta archeologica di eccezionale importanza è avvenuta presso la Fortezza di Ayanis, in Turchia, dove è stato rinvenuto uno scheletro umano risalente a circa 2.700 anni fa. Questo sito, edificato dal Re Urartiano Rusa II sulle rive del Lago di Van, ha restituito i resti di un giovane di 18 anni, un ritrovamento che si distingue per la rara presenza di frammenti di tessuto cerebrale carbonizzato all'interno del cranio.
La civiltà urartiana prosperò nell'altopiano armeno tra il IX e il VI secolo a.C., estendendo la sua influenza su territori che oggi comprendono Turchia, Iran, Armenia e Iraq. La Fortezza di Ayanis, strategicamente posizionata su una collina con vista sul Lago di Van, è considerata uno dei siti urartiani meglio conservati, oggetto di scavi sistematici dal 1989 sotto la guida del Professor Dr. Mehmet Işıklı dell'Università Atatürk di Erzurum. Questi scavi hanno già fornito preziose informazioni sulla cultura urartiana e sulle possibili cause del declino della città, ipotizzato essere legato a un terremoto seguito da un incendio.
Lo scheletro appartiene a un individuo maschile di alto rango, come suggerito dalla presenza di gioielli e sigilli rinvenuti insieme ai resti, oltre a una tavoletta cuneiforme a doppia faccia. Questi manufatti sono fondamentali per comprendere l'identità e il ruolo sociale dell'individuo nella società urartiana. La particolare conservazione dello scheletro, inoltre, potrebbe fornire prove a sostegno delle teorie su un evento catastrofico che abbia segnato la fine della città.
La conservazione del tessuto cerebrale, anche se in frammenti carbonizzati, riveste un'enorme importanza scientifica. Ricerche recenti indicano che, sebbene il cervello sia uno degli organi che si decompongono più rapidamente, particolari condizioni ambientali possono favorirne una notevole conservazione. Questo fenomeno apre nuove vie di indagine per comprendere l'evoluzione umana, le malattie antiche e lo sviluppo cognitivo. L'analisi del DNA dei resti, condotta dal Professor Dr. Yılmaz Selim Erdal dell'Università di Hacettepe, promette di fornire ulteriori dettagli genetici sulla nobiltà urartiana.
Gli scavi presso la Fortezza di Ayanis proseguono con l'obiettivo di rendere accessibile il 75% dell'area templare ai visitatori. Sostenuto dal Ministero della Cultura e del Turismo e dalla Governatorato di Van, il progetto mira a preservare le strutture in mattoni di fango e ad arricchire l'esperienza turistica, offrendo un'immersione più profonda nella ricca storia della civiltà urartiana.