Antichi Virus a RNA Emergono dallo Sgelo del Permafrost Vicino al Deposito di Svalbard

Modificato da: Tetiana Martynovska 17

L'arcipelago delle Svalbard, situato a circa 1.300 chilometri dal Polo Nord e sede del cruciale Deposito Globale di Sementi delle Svalbard (Svalbard Global Seed Vault), è ora al centro di una profonda preoccupazione scientifica. Il recente scioglimento del permafrost della regione ha innescato l'emersione di virus a RNA rimasti inattivi, conservati nel ghiaccio per millenni, che stanno ora tornando nell'ambiente attivo. Questo fenomeno mette in luce la relazione complessa e spesso imprevedibile tra l'accelerazione dei cambiamenti climatici e il potenziale rilascio di agenti biologici antichissimi, finora sconosciuti alla medicina moderna.

Per indagare su questi virus a RNA arcaici intrappolati nel terreno ghiacciato, il biologo evoluzionista Sébastien Calvignac-Spencer ha guidato una spedizione a Svalbard nel luglio 2025. Il team, proveniente dall'Istituto Helmholtz per la Salute Unica (Helmholtz Institute for One Health), si è concentrato sull'estrazione di dati storici. L'obiettivo principale è fare luce sui percorsi evolutivi a lungo termine delle principali famiglie virali, tra cui quelle associate a patologie note come l'influenza, la poliomielite e l'Ebola. Questa ricerca è fondamentale per fornire un contesto essenziale alle attuali realtà biologiche, comprendendo la storia profonda della vita virale sul nostro pianeta.

Lo scioglimento del permafrost, conseguenza diretta dell'aumento delle temperature globali, non sta liberando solamente questi antichi microbi. Parallelamente, vengono rilasciati potenti gas serra, come l'anidride carbonica e il metano. Questo doppio rilascio crea un circolo vizioso (feedback loop) che aggrava ulteriormente l'instabilità climatica a livello globale, ponendo una sfida ambientale di proporzioni gigantesche.

La contemporanea liberazione di agenti patogeni e gas serra impone una valutazione approfondita, che copra sia l'impatto ambientale sia le potenziali conseguenze per la salute pubblica. La ricomparsa di questi agenti patogeni, rimasti inattivi per così tanto tempo, indica un cambiamento radicale nei profili di rischio biologico, interamente guidato dalle alterazioni ambientali. È imperativo che la comunità internazionale adotti una risposta unificata e proattiva per affrontare questa nuova minaccia.

Studi precedenti condotti in altre regioni artiche, come il permafrost siberiano, hanno già dimostrato la straordinaria resilienza di queste strutture biologiche su scale temporali immense, riuscendo a riattivare virus stimati avere oltre 48.500 anni. Questo precedente suggerisce che i campioni prelevati a Svalbard potrebbero rappresentare una “biblioteca biologica” ancora più antica. Riconoscere questi segnali emergenti ci obbliga a sviluppare quadri protettivi più solidi e lungimiranti. È fondamentale sottolineare che il benessere globale è intrinsecamente legato alla salute degli ecosistemi più remoti del pianeta.

Fonti

  • science.org

  • Svalbard Global Seed Vault

  • RNA Viruses Linked to Eukaryotic Hosts in Thawed Permafrost

  • An Update on Eukaryotic Viruses Revived from Ancient Permafrost

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