L'Isola di Wight ha svelato un'altra specie di dinosauro dal suo passato preistorico: l'*Istiorachis macarthurae*. Questo erbivoro, vissuto circa 125 milioni di anni fa durante il Cretaceo Inferiore, è caratterizzato da una distintiva struttura a vela lungo la schiena e la coda, che offre nuove prospettive sull'evoluzione degli iguanodonti.
La scoperta è il risultato del lavoro di uno studente di dottorato dell'Università di Portsmouth e del Natural History Museum, che ha analizzato resti fossili comprendenti vertebre, costole e parte del bacino. Le vertebre presentano spine neurali eccezionalmente allungate, suggerendo la presenza di una vela simile a quella osservata in altri iguanodonti come l'*Ouranosaurus*. Sebbene la funzione esatta di questa struttura sia ancora dibattuta, le teorie includono la termoregolazione o lo stoccaggio di grasso. L'ipotesi più accreditata, supportata da esperti come il Dr. Jeremy Lockwood, suggerisce una funzione di segnalazione visiva, potenzialmente legata a rituali di corteggiamento o competizione.
Il nome *Istiorachis macarthurae* è un omaggio alla celebre velista originaria dell'Isola di Wight, Dame Ellen MacArthur, che nel 2005 ha stabilito il record mondiale per la circumnavigazione in solitaria più veloce. Questo legame tra vela e paleontologia evidenzia come l'ispirazione possa emergere da ambiti diversi.
L'Isola di Wight si conferma un sito paleontologico di primaria importanza in Europa, con oltre 20 specie di dinosauri identificate dal Cretaceo Inferiore. La formazione di Wessex, risalente a un periodo tra 125 e 110 milioni di anni fa, descrive un ecosistema subtropicale con valli fluviali, stagni e paludi, favorevole alla conservazione dei fossili. L'*Istiorachis macarthurae*, stimato intorno ai due metri di altezza e una tonnellata di peso, si aggiunge alla notevole diversità di iguanodonti che popolavano quest'area, spesso definiti i "bovini del Cretaceo". La sua scoperta arricchisce la comprensione della biodiversità dell'epoca e sottolinea il valore delle collezioni museali per la ricerca scientifica continua.