Il Freeport-McMoRan Audubon Species Survival Center di New Orleans è in fermento per l'attesa di un nuovo vitello di okapi, un evento di grande importanza per la conservazione di questa specie enigmatica. Asili, una femmina di otto anni, si avvicina alla fine di una gestazione che dura circa quattordici mesi, un periodo prolungato che riflette la delicatezza del processo riproduttivo di questi animali. Il team veterinario sta mantenendo una sorveglianza costante, utilizzando sistemi di telecamere avanzati per monitorare il parto in modo non invasivo, assicurando la tranquillità della madre e del nascituro.
Questo sforzo di conservazione è cruciale, poiché l'okapi è classificato come specie in pericolo dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Originario delle foreste pluviali della Repubblica Democratica del Congo (RDC), l'okapi è noto per le sue strisce distintive sulle zampe posteriori, che ricordano quelle di una zebra. La sua sopravvivenza in natura è gravemente minacciata dal bracconaggio e dalla distruzione del suo habitat, spesso aggravata dall'estrazione mineraria illegale e dall'agricoltura di sussistenza, come evidenziato dalla IUCN. Le stime sulla popolazione selvatica sono allarmanti, con cifre che suggeriscono meno di 30.000 esemplari rimasti.
Programmi di allevamento mirati, come quello in corso a New Orleans, rappresentano pilastri fondamentali per assicurare un futuro alla specie. La nascita di un nuovo individuo in un ambiente controllato fornisce una riserva genetica preziosa e un'opportunità per sensibilizzare il pubblico sulla fragilità degli ecosistemi remoti. Il centro Audubon partecipa al Piano di Sopravvivenza delle Specie (SSP) per gli okapi dal 2017. La precedente cucciolata di Asili, nata nel 2022, purtroppo è deceduta dopo pochi mesi a causa di un difetto congenito incurabile.
L'importanza di questa imminente nascita è amplificata dal declino stimato del 50% della popolazione selvatica negli ultimi vent'anni. Ogni nascita in cattività è un passo avanti nel disegno più ampio di mantenere viva la biodiversità del pianeta, sottolineando come le azioni intraprese in strutture come il centro di New Orleans abbiano una risonanza globale.