L'Arabia Saudita ha compiuto un passo significativo nel campo dell'intelligenza artificiale con il lancio di Humain Chat, un chatbot AI avanzato progettato specificamente per la lingua araba. Sviluppato da Humain, società del Public Investment Fund (PIF), questo strumento si basa sul modello linguistico di grandi dimensioni ALLAM 34B, posizionandosi come il modello AI "Arabic-first" più avanzato al mondo.
L'obiettivo di Humain Chat è servire gli oltre 400 milioni di parlanti arabi, offrendo un'esperienza conversazionale che rispecchi la ricchezza linguistica, culturale e i valori della regione. Il chatbot supporta conversazioni fluide sia in arabo che in inglese, con una particolare enfasi sulla comprensione di numerosi dialetti arabi tramite input vocale. La piattaforma è accessibile via web, iOS e Android.
Questo lancio si inserisce nella più ampia strategia "Vision 2030" dell'Arabia Saudita, volta a diversificare l'economia e a posizionare il Regno come hub globale per l'intelligenza artificiale. L'ambizione è di ridurre la dipendenza dal petrolio e trasformare l'economia in un modello basato sulla conoscenza.
Parallelamente, Humain sta costruendo due data center all'avanguardia a Riyadh e Dammam, con lancio previsto per l'inizio del 2026. Queste strutture saranno potenziate da semiconduttori avanzati, inclusi i più recenti chip "Blackwell" di Nvidia. Nvidia si è impegnata a fornire un invio iniziale di 18.000 unità di questi processori AI, un accordo che rafforza le capacità di calcolo e l'infrastruttura cloud dell'Arabia Saudita.
Il mercato dell'IA in Medio Oriente e Africa sta vivendo una crescita esponenziale, con proiezioni che indicano un valore di oltre 166 miliardi di dollari entro il 2030. Lo sviluppo di modelli AI specifici per la lingua araba presenta sfide uniche, ma il lancio di Humain Chat rappresenta un avanzamento notevole, dimostrando la capacità della regione di creare soluzioni AI competitive e culturalmente pertinenti.
Esperti del settore sottolineano come iniziative come questa siano cruciali per colmare il divario digitale e posizionare il Medio Oriente come attore chiave nel futuro dell'intelligenza artificiale globale, sfruttando la crescente domanda di servizi AI localizzati e culturalmente sensibili.