L'aria frizzante dell'autunno si mescola al profumo intenso dell'olio appena franto, un'essenza che permea gli uliveti italiani. La fase cruciale della raccolta delle olive, o “raccolta”, raggiunge il suo culmine tradizionale tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, un periodo caratterizzato da temperature miti che oscillano generalmente tra i 13°C e i 22°C. Questo appuntamento annuale trascende il semplice ciclo agricolo; rappresenta un profondo legame con tradizioni secolari, dove ogni singola oliva custodisce la storia del territorio. L'Italia, che detiene il prestigioso secondo posto mondiale nella produzione di olio d'oliva, subito dopo la Spagna, vanta un patrimonio inestimabile di oltre 500 varietà di olive, pilastro fondamentale della dieta mediterranea e emblema di longevità.
Nonostante le previsioni positive per il bacino del Mediterraneo nel suo complesso per la stagione 2025/2026, i produttori italiani affrontano la campagna olearia con un cauto ottimismo. Le regioni meridionali, che ospitano una parte preponderante degli uliveti nazionali, hanno subito pesantemente gli effetti della siccità e delle temperature elevate. Tale stress idrico potrebbe comportare una contrazione della produzione complessiva superiore al 40% rispetto all'annata precedente. In particolare, aree cruciali come la Calabria e la Sicilia sono state le più colpite dalla carenza di piogge. Tuttavia, si prevede un notevole recupero del raccolto nelle zone settentrionali e centrali, con la Toscana in prima linea per un'annata più generosa.
L'industria dell'ospitalità ha prontamente intercettato la crescente richiesta dei viaggiatori di vivere esperienze culturali autentiche e partecipative. L'oleoturismo, o turismo dell'olio, è in piena espansione. Ad esempio, Deliba Olive Oil propone spedizioni di dieci giorni in Calabria, unendo il lavoro pratico nelle aziende agricole biologiche a escursioni culturali nei dintorni di Reggio Calabria. Analogamente, Lit'l Pond Hospitality in Sicilia organizza programmi che permettono di partecipare attivamente alla spremitura delle olive e di esplorare il maestoso vulcano Etna. Per chi desidera un'immersione più breve, Casale San Pietro offre un'esperienza intensiva di due giorni, che si conclude il 30 ottobre, arricchita da degustazioni e pasti tradizionali.
Nelle tenute di dimensioni ridotte, la raccolta viene spesso eseguita a mano o con l'ausilio di spazzole dedicate, tecniche meticolose volte a prevenire qualsiasi danno ai frutti. Le olive appena raccolte vengono trasportate con urgenza al frantoio per la molitura, un passaggio essenziale per garantire l'eccellenza dell'olio novello (olio nuovo). Gran parte di questa produzione iniziale è destinata a oli extra vergini caratterizzati da un elevato tenore di acidi grassi monoinsaturi, noti per i loro benefici nutrizionali. Prendere parte alla raccolta offre l'opportunità unica di riscoprire le radici di questa tradizione millenaria, un periodo che spesso coincide con vivaci celebrazioni locali, come l'Ottobrata Zafferanese in Sicilia, che aggiunge un tocco di festa all'autunno italiano.
