Recenti scoperte condotte dagli etologi dell'Università Loránd Eötvös in Ungheria hanno fornito per la prima volta una prova tangibile della capacità canina di identificare gli individui umani attraverso la voce, andando oltre la semplice discriminazione tra toni familiari e sconosciuti. L'esperimento, che ha coinvolto 31 cani, ha rivelato dati significativi: quando veniva riprodotta la voce del loro proprietario, gli animali riuscivano a effettuare la scelta corretta nel 45% dei casi. Questa percentuale supera nettamente la probabilità di un'ipotesi casuale, che si attesta al 33%. Inoltre, la precisione aumentava fino al 53% quando la voce apparteneva al loro principale referente umano. Questi risultati suggeriscono che i cani sono attivamente impegnati nell'elaborazione delle caratteristiche acustiche uniche di ogni membro del nucleo familiare.
Oltre a isolare la voce del loro padrone in un ambiente rumoroso, i cani dimostrano l'abilità di distinguere tra la loro lingua madre e una straniera. Questa competenza evidenzia un livello eccezionalmente elevato di elaborazione uditiva, confermando la sofisticatezza del loro sistema sensoriale.
La ricerca ha inoltre messo in luce che il cervello canino analizza l'intonazione e le parole seguendo percorsi distinti, con l'analisi emotiva del parlato che si verifica in aree cerebrali che presentano analogie con quelle umane. I nostri amici a quattro zampe sono in grado di estrarre parole significative dal flusso del discorso, anche quando il tono emotivo abituale è assente o neutro. Ciò indica un'analisi molto più profonda rispetto alla mera reazione all'inflessione vocale, suggerendo una vera e propria decodifica del segnale verbale.
I ricercatori si sono concentrati specificamente sulla capacità dei cani domestici di processare i segnali vocali, con l'obiettivo di determinare quanto le loro competenze si avvicinino all'acquisizione del linguaggio umano. È noto da tempo che i cani possiedono una capacità innata di associare specifici marcatori sonori a determinate azioni o oggetti, come rispondere al proprio nome o al comando «andiamo a fare una passeggiata». Tuttavia, la questione se potessero effettivamente imitare o comprendere il linguaggio in modo complesso era rimasta irrisolta.
È stato osservato che i cani manifestano una notevole plasticità vocale, che permette loro di produrre suoni che, seppur lontanamente, ricordano la fonetica umana. Nonostante questa flessibilità, la piena padronanza del linguaggio richiede più di un semplice apparato vocale; sono necessari meccanismi neuronali specifici che, con ogni probabilità, si trovano al di fuori delle loro attuali strutture cognitive.
La relazione simbiotica tra uomo e cane, forgiata attraverso la convivenza, agisce come un potente catalizzatore per lo sviluppo delle loro abilità comunicative. L'imitazione diretta del linguaggio verbale potrebbe rivelarsi superflua per stabilire un contatto efficace, dato che i cani eccellono nell'uso del linguaggio del corpo, dei segnali olfattivi e di una ricca gamma di vocalizzazioni per lo scambio di informazioni. In sintesi, il sistema uditivo canino non è un semplice ricevitore passivo, ma uno strumento sofisticato, finemente sintonizzato sull'interazione umana, dove ogni vibrazione sonora veicola un significato unico e specifico. La loro innegabile capacità di riconoscere schemi sonori familiari è la chiave del loro successo comunicativo, anche se la riproduzione diretta della parola umana rimane inaccessibile.