Una ricerca innovativa condotta presso il Max Planck Institute for Mathematics in the Sciences ha formalizzato l'analisi delle metafore, confermando che queste non sono semplici espedienti retorici, ma elementi fondamentali e persistenti sia nel linguaggio che nella cognizione umana. Utilizzando strumenti di analisi dei sistemi complessi, gli scienziati hanno identificato una rete metaforica con distinzioni chiare tra categorie astratte e concrete.
Lo studio, pubblicato su PLOS Complex Systems, evidenzia due processi metaforici chiave: il trasferimento di significato da domini concreti a temi astratti e la creazione di nuove connessioni tra domini concreti. La ricerca, guidata da Marie Teich, Wilmer Leal e Jürgen Jost, suggerisce che le metafore nascono dal contrasto e dalla tensione, stimolando la rielaborazione concettuale e la scoperta di nuove somiglianze. Questo approccio, radicato nella teoria della metafora concettuale (CMT), vede le metafore come meccanismi cognitivi che strutturano concetti astratti attraverso domini concreti ed esperienziali. Le scoperte hanno implicazioni significative per la linguistica cognitiva, la filosofia del linguaggio e potenzialmente per i campi dell'intelligenza artificiale e del machine learning, dove le metafore giocano un ruolo cruciale nel definire la comprensione e l'interazione con sistemi complessi. L'analisi della rete metaforica rivela che le connessioni metaforiche sono stabili nel lungo termine e che il trasferimento da domini concreti a temi astratti è un processo particolarmente frequente. Nel contesto dell'intelligenza artificiale, le metafore sono strumenti potenti ma anche potenzialmente fuorvianti; la ricerca sottolinea l'importanza di scegliere metafore che riflettano accuratamente le capacità della tecnologia, evitando di umanizzare eccessivamente sistemi che sono fondamentalmente motori di predizione statistica. Comprendere il ruolo delle metafore è fondamentale per sviluppare un'interazione più chiara e produttiva con le tecnologie emergenti.