La NATO e l'Unione Europea stanno intensificando gli sforzi per creare una "barriera di droni" lungo il fianco orientale dell'alleanza, in risposta alle crescenti incursioni di droni russi.
L'iniziativa, ispirata dalla proposta estone di un "Baltic Drone Wall", prevede un investimento di circa 12 milioni di euro per integrare sistemi di sorveglianza autonomi potenziati dall'intelligenza artificiale, reti di sensori multistrato, sistemi di contrasto ai droni e piattaforme mobili per la neutralizzazione delle minacce aeree. L'obiettivo è garantire l'interoperabilità tra Polonia, Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania, creando un sistema di difesa a più livelli. L'UE sta valutando l'utilizzo di un pool di finanziamenti per la difesa di 150 miliardi di euro, con quasi 100 miliardi destinati a prestiti per i membri del fianco orientale della NATO, per sostenere questi sforzi.
La necessità di tali misure è stata evidenziata da recenti violazioni dello spazio aereo, inclusa un'incursione in Polonia il 10 settembre, che ha rivelato lacune nelle capacità di difesa aerea europee e della NATO. In risposta, la NATO ha lanciato l'operazione "Eastern Sentry" per rafforzare la sua postura difensiva lungo l'intero fianco orientale, dispiegando risorse militari aggiuntive, aerei da combattimento e studiando nuove tecnologie per il rilevamento e l'abbattimento dei droni.
Esperti come Norbert Röttgen sottolineano l'urgenza della situazione, definendola una "corsa contro il tempo" e avvertendo che la Russia potrebbe acquisire capacità per una guerra su larga scala in Europa entro il 2029. Röttgen enfatizza la necessità per la NATO di acquisire diverse capacità di droni, considerandole un elemento fondamentale della futura capacità di difesa. La frammentazione della difesa europea è vista come una debolezza che la Russia potrebbe sfruttare, rendendo la coordinazione e l'azione congiunta essenziali per la sicurezza del continente.
L'Ucraina, forte della sua esperienza sul campo di battaglia nel contrastare gli attacchi con droni russi fin dall'invasione del 2022, è pronta a condividere le sue conoscenze e tecnologie. La Polonia, in particolare, sta rafforzando la cooperazione con l'Ucraina attraverso programmi di addestramento militare congiunti e progetti di produzione, riconoscendo le capacità ucraine nel contrastare efficacemente gli attacchi con droni a basso costo. Questo scambio di competenze rafforza le capacità difensive immediate e promuove un approccio collaborativo allo sviluppo di tecnologie di difesa avanzate, creando un fronte unito contro le minacce aeree emergenti.
L'iniziativa della "barriera di droni" rappresenta un passo proattivo verso la creazione di un sistema di difesa integrato e resiliente, riflettendo una comprensione più profonda delle dinamiche della guerra moderna e la necessità di un'azione collettiva per garantire la stabilità regionale.