Il 18 agosto 2025, le consegne di petrolio greggio russo all'Ungheria e alla Slovacchia sono state interrotte a seguito di un presunto attacco ucraino a una stazione di trasformazione della pipeline Druzhba. L'incidente ha suscitato notevoli preoccupazioni per la sicurezza energetica in entrambi i paesi.
Péter Szijjártó, Ministro degli Affari Esteri ungherese, ha definito l'attacco "oltraggioso e inaccettabile", sottolineando che rappresenta un attacco alla sicurezza energetica dell'Ungheria. Ha inoltre affermato che i funzionari russi gli hanno comunicato che i tecnici sono al lavoro per ripristinare la stazione di trasformazione, essenziale per le operazioni della pipeline, ma non è ancora chiaro quando le spedizioni riprenderanno. Szijjártó ha accusato sia Bruxelles che Kyiv di tentare di trascinare l'Ungheria in un conflitto che il paese ha cercato di evitare, suggerendo che questi incidenti mirano a tale scopo.
In risposta, il Vice Ministro degli Esteri ucraino, Andriy Sybiha, ha dichiarato che l'Ungheria dovrebbe indirizzare le sue rimostranze a Mosca, non a Kyiv, sottolineando la responsabilità della Russia per la guerra in corso. Ha inoltre ricordato che l'elettricità fornita dall'Ungheria gioca un ruolo importante nell'approvvigionamento energetico dell'Ucraina.
L'operatore slovacco della pipeline, Transpetrol, ha confermato la sospensione delle forniture di petrolio, pur non avendo ulteriori dettagli sulla causa, dato che l'incidente è avvenuto al di fuori del territorio slovacco. L'azienda ha comunque specificato che il trasporto all'interno della Slovacchia prosegue secondo il programma di pompaggio.
Questo evento segue un precedente blocco delle forniture avvenuto il 13 agosto, quando l'Ucraina aveva annunciato di aver colpito una stazione di pompaggio nella regione russa di Bryansk. L'Unione Europea aveva imposto un divieto sulla maggior parte delle importazioni di petrolio russo in seguito all'invasione dell'Ucraina nel 2022, ma aveva concesso esenzioni per le consegne tramite la pipeline Druzhba per consentire ai paesi di trovare fonti alternative. L'Ungheria, in particolare, dipende fortemente dal petrolio russo, con circa l'86% delle sue importazioni di greggio provenienti da Mosca nel 2024, secondo alcuni rapporti.
La pipeline Druzhba, che attraversa Bielorussia e Ucraina, è un'arteria vitale per l'approvvigionamento energetico dell'Ungheria e della Slovacchia. L'incidente evidenzia la fragilità delle catene di approvvigionamento energetico e le tensioni geopolitiche che influenzano la sicurezza energetica europea. L'Ungheria e la Slovacchia hanno espresso preoccupazione per la loro sicurezza energetica, mentre l'Ucraina ribadisce la responsabilità della Russia per la guerra e le sue conseguenze. L'attacco alla pipeline Druzhba sottolinea la necessità di strategie di sicurezza energetica robuste e la potenziale interruzione delle risorse essenziali a causa di conflitti. L'Ungheria ha anche cercato di diversificare le sue fonti energetiche, come dimostrano gli accordi della MOL con la regione del Mar Caspio, ma tali sforzi sono soggetti a ritardi e sfide logistiche in un contesto geopolitico complesso.